BCE ancora cauta: le condizioni monetarie rimangono accomodanti per i prossimi due anni

Silvia Dall’Angelo -

La BCE ha annunciato un rallentamento degli acquisti mensili di asset, a partire da gennaio del prossimo anno, avviando ufficialmente il cosiddetto processo di tapering. Il volume mensile degli acquisti sarà ridotto a 30 miliardi di euro (la metà rispetto al dato attuale) nei primi nove mesi del 2018, un valore in linea con le aspettative del mercato.

Anche se la BCE ha mantenuto la flessibilità necessaria per prevedere ulteriori proroghe, è probabile che questa iniziativa segnerà la fase conclusiva del programma QE della BCE, il cosiddetto APP (Asset Purchase Programme), lanciato all’inizio del 2015.

Pur con l’avvio del tapering, nei prossimi due anni il quadro generale della politica monetaria resterà molto accomodante. Dopotutto, il processo di riduzione degli acquisti indica che il bilancio della BCE continuerà a crescere ancora nel 2018, solo ad un ritmo più lento. L’Asset Purchase Programme è in procinto di aumentare dai circa €2,2 trilioni fino a €2,6 trilioni a settembre del 2018 (circa il 23% del PIL attuale). Dopo quella data, la politica di reinvestimento delle obbligazioni in scadenza (confermata per un “periodo prolungato” e “per tutto il tempo necessario”) garantirà che il bilancio della BCE rimanga consistente per lungo tempo, mentre la flessibilità insita nell’APP consentirà di aumentare gli acquisti in caso di circostanze avverse.

Per quanto riguarda i tassi di politica monetaria, gli orientamenti previsionali secondo cui i tassi chiave della BCE rimarranno ai livelli attuali “andando ben oltre l’orizzonte temporale” del QE sono stati automaticamente confermati dall’estensione del QE per ulteriori nove mesi. Leggendo tra le righe, questo suggerisce che probabilmente assisteremo al primo rialzo dei tassi non prima della prima metà del 2019.

I significativi miglioramenti delle condizioni economiche della zona euro nel corso di quest’anno hanno offerto alla BCE la possibilità di iniziare a dismettere una delle sue più controverse e anticonvenzionali politiche monetarie. Questo è uno sviluppo positivo e va nella direzione di una presenza più leggera della banca centrale, riducendo le distorsioni sui mercati finanziari. Tuttavia, rimane la sfida di un’inflazione ancora anemica. Sfortunatamente, non è chiaro se la BCE, o qualunque altra banca centrale a livello globale, disponga di una struttura e di strumenti adeguati per affrontarla.


Silvia Dall’Angelo – Senior Economist – Hermes Investment Management