L’indice trimestrale Brexometer di State Street rivela il sentiment degli investitori nei confronti della Brexit

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State Street Corporation (NYSE: STT) ha reso noti oggi i risultati relativi al proprio indice Brexometer, un sondaggio trimestrale sul sentiment degli investitori istituzionali in merito all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.

Il sondaggio del quarto trimestre del 2017 evidenzia un leggero calo di fiducia, con il 40% degli intervistati che stima una crescita economica positiva a livello globale nel medio termine (dai tre ai cinque anni), con una diminuzione del 7% rispetto ai dati raccolti dal sondaggio nel primo trimestre del 2017.

Inoltre, più di un terzo del campione (36%) ritiene che gli asset owner non apporteranno modifiche al proprio livello di rischio in relazione agli investimenti nei prossimi tre-cinque anni, con un incremento del 10% rispetto al terzo trimestre del 2017.

Inoltre, la maggioranza (82%) degli investitori istituzionali ritiene che la Brexit avrà un certo impatto sul proprio modello operativo, una percentuale in crescita rispetto al 72% registrato nel terzo trimestre.

Tra i risultati più rilevanti del quarto trimestre del 2017 troviamo:

  • il 60% degli investitori istituzionali stima di non modificare la propria allocation, con un aumento del 7% rispetto al terzo trimestre;
  • più di un quinto (22%) degli intervistati ritiene che la Brexit avrà un certo impatto sul proprio modello business, contro il 17% registrato nel terzo trimestre;
  • un intervistato su nove (12%) è ancora incerto sulla possibilità di apportare modifiche ai propri investimenti nel Regno Unito nei prossimi sei mesi, l’8% in più rispetto ai dati del sondaggio del secondo trimestre4;
  • il 27% del campione ritiene che gli asset owner ridurranno il proprio livello di rischio in relazione agli investimenti nei prossimi tre-cinque anni, in calo del 9% rispetto al terzo trimestre.

Michael Metcalfe, responsabile Global Macro Strategy di State Street Global Markets, ha commentato: “Il conto alla rovescia per la Brexit continua, ma ci sono poche prove del fatto che i mercati finanziari o gli operatori abbiano già scontato l’ipotesi peggiore. Dal nostro sondaggio si evince che la maggior parte degli investitori non ha ancora pianificato di apportare cambiamenti immediati ai propri investimenti nel Regno Unito. La situazione non è cambiata, nonostante le attese che la Bank of England inverta la sua riduzione precauzionale dei tassi di interesse già questo mese e nonostante il fatto che la sottovalutazione della sterlina si sia dimezzata nel corso dell’ultimo trimestre”.

Bill Street, responsabile investimenti per l’area EMEA di State Street Global Advisors, ha dichiarato: “Nonostante il fatto che i negoziati per la Brexit abbiano occupato le prime pagine dei giornali, è probabile che questi abbiano un impatto limitato sui mercati fino al 2018, quando verranno definiti i contorni di un accordo transitorio e permanente. In particolare, la sterlina ha ripreso slancio rispetto ai minimi di inizio anno. Questo, in parte, riflette la debolezza del dollaro, ma anche la resilienza dell’economia britannica, che ha superato le attese, e le previsioni di un rialzo dei tassi di interesse da parte della BoE. Tuttavia, la valuta è ancora sottovalutata rispetto alla maggior parte delle monete e probabilmente continueremo a vedere una certa volatilità fino alla conclusione dei negoziati per la Brexit”.