Il metodo di calcolo contributivo espone ad un elevato rischio previdenziale chi ha lavori intermittenti

Roberto Carli -

La Commissione europea ha pubblicato il Pensions Adequacy Report 2018 che fornisce un ritratto per ogni sistema previdenziale dell’Unione europea e un quadro di insieme.

Procedendo dal particolare al generale e partendo dal nostro Paese, si sottolinea come l’andamento della spesa previdenziale è destinata a salire fino al 18,7% del Pil nel 2040 per poi scendere per tornare al 13,9% solo nel 2070 

Andando ad una analisi periodale e se la spesa rimarrà stabile al 15,6% del Pil fino al 2020, grazie a condizioni più strette sui requisiti per andare in pensione e regole più severe sui pensionamenti anticipati, dal 2020 al 2040 aumenterà, sia per effetto alle previsioni di bassa crescita della produttività sia in considerazione dell’ evoluzione demografica con un progressivo invecchiamento della popolazione.

Dal 2040 ricomincerà la diminuzione della spesa pensionistica che nel 2070 si attesterà al 13,9% del Pil grazie agli effetti compensativi delle sostanziali riforme delle pensioni adottate in passato, in particolare l’introduzione del sistema contributivo, l’adeguamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita e un aumento dei tassi di occupazione tra gli anziani. Si esprime poi un giudizio sostanzialmente positivo sull’introduzione dell’Ape anche non ha raggiunto gli esiti fin qui sperati, partendo dal ritardo nella partenza e nell’elevato costo del prestito previdenziale. Non viene invece condivisa l’introduzione delle quattordicesime a chi aveva redditi da pensione bassi, operazione avvenuta – senza verificare se chi ne avrebbe usufruito fosse effettivamente povero o no.

Giudizio positivo è espresso invece sul cumulo gratuito dei contributi. In termini sistemici si sottolinea ancora come il sistema contributivo penalizza particolarmente chi ha un lavoro precario, problema molto frequente tra i giovani. La Legge Fornero, infatti, introducendo dei requisiti più restrittivi per la pensione ha ritardato l’uscita dal lavoro per molti lavoratori anziani provocando una riduzione di giovani lavoratori. Diventa necessario allora redistribuire meglio le pensioni pubbliche e rafforzare la previdenza complementare .

Volgendo lo sguardo ad una dimensione europea secondo quanto evidenziato nel Report attualmente nell’UE circa 17,3 milioni di persone in età avanzata (superiore ai 65 anni), vale a dire il 18,2%, continuano ad essere a rischio di povertà o di esclusione sociale. Tale cifra è rimasta pressoché invariata dal 2013. Persistono inoltre differenze notevoli tra i vari Paesi e tra i gruppi di popolazione.

Per citare un esempio, le pensioni percepite dalle donne sono ancora del 37% inferiori a quelle degli uomini a causa di retribuzioni più basse e di una vita lavorativa più breve, dovuta alla loro responsabilità di assistenza. Analogamente, le persone impiegate in forme di occupazione atipiche o i lavoratori autonomi incontrano spesso condizioni meno favorevoli di accesso e costituzione dei diritti a pensione rispetto a quelle occupate in forme di lavoro standard.

Quali sono le raccomandazioni ? Per garantire l’adeguatezza e la sostenibilità delle pensioni attuali e future, i sistemi pensionistici devono promuovere l’allungamento della vita lavorativa, anche alla luce della sempre maggiore aspettativa di vita.

Tale obiettivo può essere conseguito incoraggiando l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, offrendo un ambiente di lavoro sicuro e sano, adeguando l’età pensionabile, premiando chi posticipa il pensionamento e scoraggiando l’uscita anticipata dalla vita attiva. Le opzioni lavorative flessibili, che comprendano la possibilità di combinare la pensione con un reddito da lavoro, e gli incentivi fiscali atti a promuovere il posticipo del pensionamento, si stanno diffondendo sempre di più e continueranno a svolgere un ruolo rilevante.

Gli Stati membri dovrebbero inoltre adottare ulteriori provvedimenti per ridurre il divario di genere nelle pensioni attuando politiche delle pari opportunità mirate per donne e uomini in età lavorativa.

E’ importante anche continuare ad estendere la copertura pensionistica alle persone impiegate in forme di occupazione atipiche o ai lavoratori autonomi e incentivare i risparmi integrativi a fini pensionistici.