L’ottimismo globale crea condizioni di investimento record

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Secondo l’indagine globale International Business Report (IBR) di Grant Thornton, nel primo trimestre 2018 l’ottimismo nelle imprese ha raggiunto livelli record.

Questo significa che potrebbe essere il momento giusto per investire.

Dati globali

  • L’ottimismo globale ha raggiunto il 61% nel primo trimestre 2018, un livello record da 15 anni
  • Nel primo trimestre 2018 è stato registrato un forte aumento dell’ottimismo in UE (+12pp) e nel Nord America (+7pp)
  • In Grecia, l’ottimismo ha registrato una percentuale positiva (6%) per la prima volta in tre anni
  • Tuttavia, gli investimenti globali non sono aumentati in linea con il forte incremento dell’ottimismo. Potrebbe essere il momento giusto per le imprese per sfruttare questo clima positivo.

Dati italiani

  • L’ottimismo si attesta al 30%, con un aumento di 6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e in sostanziale crescita rispetto al primo trimestre 2017 (12%)
  • Anche le aspettative sui ricavi sono aumentate: il 52% delle imprese italiane è fiduciosa che aumenteranno, rispetto al 48% dello scorso trimestre e al 44% dell’anno precedente.
  • Nonostante l’aumento dell’ottimismo, il solo 18% delle imprese italiane si aspetta nuove assunzioni nei prossimi 12 mesi, dato in calo rispetto al quarto trimestre 2017 (28%), anche se in leggero aumento rispetto a un anno fa (12%).
  • In aumento rispetto al trimestre scorso (44%) anche le aspettative sugli investimenti in tecnologia, con il 50% delle imprese italiane intervistate che si aspettano di effettuarli.
  • Tra le principali iniziative di crescita che le imprese italiane si aspettano di intraprendere vi sono: incentivare la produttività (42%), sviluppare nuovi prodotti e/o servizi (30%), assumere talenti specializzati (28%) ed espandere l’impresa all’estero (28%).

L’ottimismo globale circa le aspettative economiche ha raggiunto livelli record secondo l’International Business Report (IBR) di Grant Thornton. I risultati rivelano che l’incremento più significativo è stato registrato in Europa e in Nord America, sebbene l’ottimismo sia ai massimi in tutte le regioni. Anche le preoccupazioni circa l’incertezza economica si sono attenuate. Con l’aumento del PIL nella maggior parte delle regioni, è opportuno che le imprese agiscano adesso per identificare le opportunità e investire nel successo futuro.

Secondo i dati dell’IBR, nel primo trimestre 2018 l’ottimismo globale è al 61%, un valore mai registrato negli ultimi 15 anni di rilevazioni. Negli Stati Uniti la fiducia delle imprese è a livelli record (89%), mentre per quanto riguarda l’Europa, in Francia l’ottimismo delle imprese ha raggiunto il picco storico (75%), nel Regno Unito ha registrato la percentuale più alta dalla decisione di lasciare l’UE (31%), mentre in Grecia è stata raggiunta una percentuale positiva (6%) per la prima volta negli ultimi tre anni.

Nel sud-est asiatico, l’ottimismo è aumentato fino a raggiungere il 61%, il livello più elevato degli ultimi sette anni. In Cina e in Giappone, invece, si registra un calo dell’ottimismo (rispettivamente, -13pp e -11pp). In America Latina l’ottimismo è al 25% (-10pp). Tuttavia, anche in queste regioni i livelli di ottimismo sono migliori rispetto agli ultimi anni.

Gabriele Labombarda, Partner e IBC Director di Bernoni Grant Thornton, ha commentato:

«Uno dei segnali del fatto che la ripresa economica si sta finalmente consolidando è l’incrementato livello di ottimismo sentito in Spagna, Italia e Grecia, certamente favorito dalla stabilità della situazione economica globale, ai massimi livelli dalla crisi finanziaria. Il PIL sta crescendo nella maggior parte delle regioni e stiamo assistendo a una crescita diffusa dei mercati mondiali.

Ciò, con riguardo al nostro Paese, nonostante il risultato delle recenti elezioni e la conseguente situazione di incertezza non abbiano certamente favorito detto ottimismo».

«Altro segnale positivo arriva dagli Stati Uniti, la più grande potenza economica del mondo, che stanno assistendo allo stesso incremento dei livelli di ottimismo, contribuendo in maniera decisiva nello scenario globale. La business community statunitense, inoltre, ha recentemente accolto una riforma fiscale che si ripercuoterà positivamente sulle aspettative dei prossimi 12 mesi.

Dal momento che il commercio tra oriente e occidente aumenta a fatica, non dobbiamo stupirci se in Cina e in Giappone i livelli di ottimismo sono in calo, ma nemmeno dobbiamo interpretare questo andamento come un crollo drastico, dovremo anzi aspettare le reazioni del prossimo trimestre. Anche se la maggior parte delle imprese non crede possibile una guerra commerciale, che metterebbe a rischio gli interessi di entrambe le parti, l’incertezza mina la fiducia».

È il momento giusto per aumentare gli investimenti

L’IBR rivela che, nonostante gli elevati livelli di ottimismo, gli investimenti in ricerca e macchinari non stanno aumentando allo stesso ritmo. Sebbene le aspettative riguardo agli investimenti in edifici, impianti e macchinari, e in ricerca e sviluppo (R&D) siano leggermente aumentate nell’Europa meridionale (+5pp, +3pp e +1pp, rispettivamente, in confronto al trimestre scorso) gli investimenti complessivi sono diminuiti. I piani globali di investimento in impianti e macchinari e in R&D sono diminuiti, rispettivamente, di 2pp e di 3pp, mentre le aspettative di investimenti in nuovi edifici sono rimasti stabili per il terzo anno consecutivo.

Gabriele Labombarda ha aggiunto:

«Sebbene l’economia globale stia attraversando, dopo molti anni, una fase ottimistica e le previsioni economiche siano positive per il breve e medio periodo, la storia ci insegna che crescita e decrescita sono cicliche e il 2018 sarà il culmine di questo ciclo.

Questo significa che oggi è il momento giusto per investire nel futuro: ottenere finanziamenti a buone condizioni è ancora possibile, i tassi di interesse rimangono bassi, ma nei prossimi due anni le cose potrebbero cambiare e le imprese che intendono crescere devono sfruttare il momento».

«Le imprese stanno cambiando in modo sostanziale: nuove idee e nuove tecnologie sono il centro dell’interesse, ma incrementare gli investimenti nella ricerca e sviluppo o nell’innovazione non deve necessariamente penalizzare gli stipendi dei lavoratori. In futuro, infatti, le imprese dovranno sfruttare al meglio le opportunità che emergeranno, anche attraverso un impegno crescente nei confronti dei lavoratori, che saranno, a loro volta, chiamati a dimostrare capacità di adattamento al sempre più velocemente mutevole contesto in cui le imprese operano.

Le imprese che sapranno trovare il giusto equilibrio tra innovazione e capitale umano potranno cogliere le migliori opportunità e godere dei benefici che ne conseguiranno anche quando il vento, inevitabilmente, cambierà. Parimenti i lavoratori che dimostreranno doti di flessibilità e apertura al cambiamento potranno certamente avvantaggiarsi nei confronti di chi rifiuta il nuovo, cullandosi sul mantra “si è sempre fatto così ed è sempre andato bene”».