Prospettive globali sul mercato azionario americano

Nadia Grant -

Quali sono stati gli avvenimenti principali del primo semestre per il mercato azionario americano?

La volatilità è tornata a farsi sentire sul mercato statunitense, con due correzioni. Innanzitutto, a febbraio si è verificata una correzione del 10% dovuta a timori per l’inflazione dopo un aumento più forte del previsto delle retribuzioni orarie medie. Il conseguente incremento della volatilità ha dato luogo a vendite sistematiche, che a loro volta hanno indotto le strategie di targeting della volatilità a vendere azioni. A quel dato sui salari, non corroborato da ulteriori parametri, ha fatto seguito a metà febbraio un avvio molto forte della stagione degli utili societari – motivo per cui il mercato ha registrato un rally.

A marzo ha poi avuto luogo un’ulteriore correzione nell’ordine dell’8-9%. In quella fase le società si trovavano nel cosiddetto “periodo di blackout” poiché era alle porte la stagione degli utili, di conseguenza i volumi di negoziazione erano bassi. Ciò ha coinciso con l’inizio della contesa sugli scambi commerciali e l’ipotesi ventilata dal governo statunitense di una prima tornata di dazi doganali per USD 50 miliardi. Quest’ondata di protezionismo è giunta inattesa: il fatto di ritrovarsi con un presidente USA protezionista dopo un avvio d’anno scoppiettante ha creato scompiglio sui mercati. Ancora una volta gli utili sono risultati molto più sostenuti del previsto, dando fiducia e rassicurazioni agli investitori, il che si è tradotto in un rally del mercato.

Si è trattato pertanto di un anno interessante, in cui abbiamo assistito a un declassamento del P/E prospettico S&P (passato da un livello di circa 18 volte gli utili attesi a circa 16x) ma in cui, al contempo, gli utili societari hanno sorpreso e sono stati costantemente rivisti al rialzo. La volatilità è tornata sulla scia della contrapposizione tra fondamentali societari da un lato e retorica e speculazioni politiche dall’altro.

Quali eventi erano prevedibili e quali sono state invece le sorprese per lei nei primi sei mesi dell’anno?

A sorprenderci non poco è stata l’entità del declassamento. Nonostante l’elevata capacità di generazione di utili osservata, prevediamo una crescita degli utili del 20% per l’anno in corso e del 10% per il prossimo, a fronte di un indice S&P500 in rialzo di poco più del 4% da inizio anno. Si odono molte voci pessimiste secondo cui il picco degli utili è riconducibile alla riforma fiscale, ma l’adeguamento delle tasse è un evento una tantum, mentre occorre analizzare la crescita degli utili su base comparabile. Di per sé gli utili stanno continuando ad aumentare con un ritmo del 10% circa (al di sopra della media storica del 6-7%) senza alcun segnale di avvicinamento della fine del ciclo.

Altri osservatori pessimisti sono dell’idea che la fine del ciclo economico sia vicina, per cui i multipli devono essere più bassi e i premi al rischio più alti a causa delle incertezze a livello politico. Questo aiuta a capire le ragioni del declassamento, ma l’entità di quest’ultimo ci sembra pur sempre eccessiva.

Quali sviluppi si aspetta per il mercato azionario Americano nei prossimi sei mesi?

Sul fronte macroeconomico siamo ottimisti, forti della convinzione che chiuderemo l’anno con una crescita del PIL intorno al 2,7-2,9%. A nostro avviso, l’inflazione resterà sotto controllo e un eventuale rialzo sarà salutare in quanto trainato dalla crescita dell’economia, mentre gli utili continueranno a godere di un ottimo sostegno. Ci aspettiamo che gli stimoli forniti dalla riforma della fiscalità (ad esempio aumento dei consumi, spesa per investimenti) abbiano riscontri concreti nel corso di quest’anno e del prossimo.

In un’ottica azionaria, le prospettive di utile negli Stati Uniti ci appaiono convincenti, in particolare per il settore tecnologico e quello finanziario. Negli ultimi anni, inoltre, il comparto salute nel suo insieme ha esibito una performance debole a causa dell’impatto delle politiche, e il fatto che Trump abbia continuato a rendere dichiarazioni sui prezzi ha mantenuto calmierato il settore. Ciò nonostante, le cifre riguardanti i free cash flow sono ottime e società con una forte crescita degli utili vengono scambiate con buoni multipli. Per quanto riguarda la costruzione del portafoglio, apprezziamo la diversificazione del settore salute e la sua eterogeneità rispetto a beni di prima necessità difensivi che non generano una crescita degli utili.

Quali saranno le principali opportunità e sfide per gli investitori nella seconda metà dell’anno?

Il settore degli scambi commerciali si preannuncia interessante. Il fatto che i cinesi non abbiano ancora operato una contromossa significa verosimilmente che intendono negoziare. E ciò sarà essenziale per capire se Cina e Stati Uniti potranno mai raggiungere un accordo. L’esito è destinato a sortire importanti conseguenze per il resto dell’anno. Gli Stati Uniti hanno nel frattempo annunciato l’imposizione di ulteriori dazi su merci per un valore di USD 200 miliardi, ma è importante ricordare che al momento si tratta soltanto di un annuncio e che resta da vedere se tali dazi saranno applicati al pari di quelli da USD 34 miliardi attuati nel mese di luglio.

Sarà inoltre interessante vedere se le società statunitensi continueranno a destare campanelli d’allarme in occasione delle rispettive conferenze sugli utili, come è già accaduto in diversi casi, e nello specifico per Harley Davidson e General Motors. Le aziende cominceranno a parlare del modo in cui vengono trattate dal governo cinese? Forse la Cina adotterà contromisure facendo però a meno di dazi doganali, ad esempio moltiplicando le scalate o intensificando le ispezioni sulla sicurezza, il che potrebbe pregiudicare notevolmente gli interessi delle imprese statunitensi in Cina.

A livello politico, vale la pena ricordare che la Federal Reserve statunitense ha innalzato i tassi sette volte nel corso del ciclo in atto, e che ulteriori due rialzi dovrebbero avvenire quest’anno di pari passo con l’alleggerimento del suo bilancio. Dal punto di vista monetario sarà interessante vedere in che modo tale inasprimento sul mercato si evolverà col passare del tempo.

Talvolta gli investitori riescono a ignorare molto bene le voci di sottofondo e a concentrarsi sui fondamentali, altre volte prevalgono le notizie e le speculazioni politiche, finendo per influenzare eccessivamente le variazioni dei prezzi. In tali circostanze occorre ricordare il nostro approccio d’investimento disciplinato e individuare le opportunità presenti in portafoglio, che offrono agli stock picker opportunità interessanti.

Analogamente, nell’anno in corso è aumentata la volatilità, che era stata frenata eccessivamente dal quantitative easing; a nostro avviso, durante la transizione dal QE al QT, la volatilità è destinata a perdurare. In prospettiva storica, nelle fasi in cui a un aumento della volatilità si associava anche una maggiore dispersione dei rendimenti azionari, la generazione di alfa è risultata sostenuta e si è tradotta, di conseguenza, in una maggiore differenziazione tra società valide e non valide da un punto di vista dei fondamentali.


Nadia Grant – Responsabile Azionario USA – Columbia Threadneedle Investments