Elezioni di metà mandato: segnali di stallo con il Congresso diviso

Jeffrey Schulze -

Confermata la maggioranza del Senato mentre la Camera ora è divisa, le prospettive di una recessione restano silenti, lo S&P 500 dovrebbe continuare a crescere nel 2019 – con alcune aree in settori specifici che esprimono alte potenzialità.

Non importa quale sia la tua fede politica, è importante mantenere una valutazione imparziale sulle prospettive del mercato, indipendentemente dai risultati elettorali, storicamente emerge una relazione molto forte tra l’azione dei prezzi e le elezioni di metà mandato. È importante evidenziare che in passato abbiamo assistito ad ogni possibile combinazione del Congresso con maggioranza democratica e repubblicana.

Sebbene ogni periodo sia stato caratterizzato da paure, criticità e contesti diversi, le quotazioni del mercato azionario hanno registrato una crescita nei 12 mesi successivi a ciascuna delle ultime 17 elezioni di metà mandato fin dal 1950. Come mostrato di seguito, nei tre, sei e dodici mesi successivi alle elezioni, il listino azionario ha ottenuto risultati molto migliori rispetto alla media.

Anche se può sembrare che ora si stia prospettando uno scenario diverso, la storia ci insegna che raramente si verifica il caso inverso, in effetti, l’unico caso in cui l’indice S&P 500 si avvicinò a sperimentare una flessione fu dopo le elezioni del 1986. Questa fu una diretta conseguenza del “lunedì nero”, il più grande crollo giornaliero dei mercati azionari.

Le ottime performance del mercato azionario dopo le elezioni di metà mandato

L’azione dei prezzi dello S&P, prima e dopo le elezioni di metà mandato, 1950-2016 
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Fonte: FactSet. Le performance del passato non rappresentano una garanzia sugli andamenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non sono disponibili per l’investimento diretto. I rendimenti dell’indice non includono le commissioni o le imposte sulla vendita, questa informazione è fornita solo a scopo illustrativo e non riflette la performance di un investimento reale. 

Facendo un passo indietro, riteniamo che le circostanze post-elezioni siano positivamente influenzate dal ciclo presidenziale, un fenomeno che rispecchia da vicino il ciclo economico. Nell’era moderna, grazie allo stimolo fiscale, l’economia non ha mai visto l’inizio di una recessione durante il terzo anno di un mandato presidenziale. In particolare, la spesa fiscale tende ad essere più elevate durante il ciclo presidenziale, e solitamente gli effetti si riflettono sul periodo seguente all’elezione presidenziale o al termine di un mandato per l’ufficio ovale, e considerando tale dinamica, storicamente le recessioni si sono concertate all’inizio o alla fine di un ciclo presidenziale:

Il ciclo presidenziale e l’economia

Il numero di recessioni iniziate elencate per anno di ciclo presidenziale, 1948 – 2016 
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Fonte: Strategas Research Partners. Ai fini di questa analisi, la recessione è definita come due trimestri consecutivi di contrazione economica.  

Riteniamo che la relazione tra le elezioni di metà mandato e i mercati azionari sia lineare, lo S&P 500 dovrebbe continuare a crescere nel 2019 e, per il momento, non sembrano esserci all’orizzonte prospettive di una recessione negli Stati Uniti, ma ciò non significa che le elezioni non creeranno delle opportunità per i gestori all’interno di specifici settori o panieri azionari.

Contrariamente a quanto avvenuto nel 2016, le ultime elezioni di metà mandato hanno confermato le aspettative creando una contrapposizione tra le maggioranze delle due Camere del Congresso, uno scenario che era stato largamente prospettato da diversi mesi ed ha permesso agli investitori di digerire le potenziali implicazioni. Di conseguenza, riteniamo che la reazione del mercato sarà meno incisiva rispetto ad uno scenario post-elezioni dove uno schieramento politico ha ottenuto il controllo sia della Camera che del Senato.

Il commercio resta il fulcro politico dell’amministrazione Trump

Gli accordi commerciali e i dazi continueranno ad essere un punto focale per l’amministrazione, in particolare perché è un’area in cui possono agire, in gran parte, senza il contributo del Congresso. È importante sottolineare che questa politica riduce la prospettiva di ulteriori stimoli fiscali, i quali potrebbero compensare eventuali complicazioni derivanti dall’imposizione dei dazi, se si verificasse una condizione simile, l’economia avrebbe una capacità ridotta di superare le sofferenze rispetto allo scorso anno. Ciò aumenta la probabilità che gli attuali toni dell’amministrazione Trump verranno stemperati e, nel caso in cui si concretizzasse una distensione, i mercati internazionali dovrebbero essere favoriti nell’attrarre i capitali a spese degli Stati Uniti.

Dopo le elezioni, l’assistenza sanitaria è probabilmente il settore che avrà più da perdere o da guadagnare, una divisione del Congresso potrebbe implicare grandi cambiamenti sull’Acendable Care Act (ACA) e sul controllo dei prezzi dei medicinali, una questione non di primaria importanza nel breve termine. In vista di potenziali rialzi, le entità coinvolte potrebbero considerarlo un contesto positivo per i titoli biofarmaceutici, inoltre, questo scenario potrebbe essere il catalizzatore per ulteriori fusioni e acquisizioni nell’ambito della biotecnologia, dal momento che molte grandi aziende farmaceutiche sono a corto della liquidità migrata oltre i confini nazionali.

Probabilmente rallenteranno gli sforzi dell’amministrazione a riguardo della deregolamentazione, ma non si fermeranno del tutto, dato lo spettro delle indagini da parte dei vari comitati interni nel ramo esecutivo e nelle agenzie governative. Tuttavia, il Senato guidato dal Partito Repubblicano sarà ancora in grado di confermare le nomine del gabinetto, una circostanza che dovrebbe contribuire a mantenere alta la fiducia delle imprese, poiché le dirigenze aziendali avranno maggiore certezza sulla continuità della deregolamentazione dell’ambiente operativo, a sua volta, questo dovrebbe aiutare a sostenere la ripresa della spesa in conto capitale. Sebbene i benefici siano ad ampio raggio, riteniamo che una continuazione della deregolamentazione dovrebbe giovare maggiormente ai titoli finanziari ed energetici, inoltre, porzioni del nuovo settore dei servizi di comunicazione esprimono del potenziale rialzista, poiché la minaccia di un’inversione della neutralità della rete è diminuita.

Prendendo in considerazione le chiusure del governo e l’innalzamento del tetto del debito, il cambiamento nella leadership del Congresso potrebbe portare ad una maggiore volatilità dell’intero mercato. Mentre ci avviciniamo al 2020, probabilmente le posizioni degli schieramenti politici saranno sempre più accentuate e potrebbero indurre dei picchi di volatilità. Mentre i leader democratici possono essere disposti a trovare un accordo su una spesa interna più alta e su una spesa per la difesa nel breve termine, si corre il rischio che i responsabili della difesa vengano messi sotto pressione a seconda del risultato delle elezioni del 2020.


Jeff Schulze – Investment Strategist – Legg Mason