COP24: 10 cose da sapere sui rischi sociali ed economici del cambiamento climatico

Gerrit Dubois -

1. La temperatura media della superficie del nostro pianeta è salita di quasi 0,9 gradi Celsius rispetto ai livelli dell’epoca pre-industriale. L’anomalia maggiore si è avuta nel 2016, l’anno più caldo mai registrato. Inoltre, dei diciannove anni più caldi di sempre, diciotto si sono verificati a partire dal 2000.
(Fonte: NASA)

2. Il livello globale del mare è salito di quasi 20,3 centimetri nell’ultimo secolo e il tasso di crescita aumenta ogni anno. Inoltre, il tasso negli scorsi due decenni è quasi raddoppiato rispetto a quello del secolo scorso. L’aumento del livello del mare è causato dal surriscaldamento globale, che a sua volta può essere attribuito a tre fattori: la dilatazione termica dell’acqua di mare, lo scioglimento delle calotte polari e dei ghiacciai della Groenlandia e dell’Antartide occidentale.
(Fonte: NASA)

3. Gli studiosi concordano ampiamente sulla natura antropogenica del cambiamento climatico: più del 97% degli scienziati che si occupano di clima afferma che l’aumento del riscaldamento climatico verificatosi nel secolo scorso è quasi sicuramente da attribuirsi all’azione umana.
(Fonte: NASA)

Le persone e gli attivi sono a rischio …

4. Si stima che attualmente 800 milioni di persone siano esposte alle conseguenze derivanti dal cambiamento climatico: siccità, incendi, inondazioni, temperature estreme, ecc.
(Fonte: Conservation International)

5. L’Agenzia dell’ONU per i Rifugiati ha stimato che, dal 2008, ogni anno una media di 21,5 milioni di persone diventano migranti climatici poiché costrette a sfollare da eventi causati dal clima come inondazioni, tempeste, incendi e temperature estreme. Entro il 2050, secondo le stime della Banca Mondiale, il numero di persone destinate a diventare migranti climatici potrebbe salire a 143 milioni, e solo in tre regioni: Africa subsahariana, Asia meridionale e America Latina.
(Fonte: Agenzia ONU per i rifugiati & e Banca Mondiale)

6. Secondo uno studio pubblicato dall’Economist Intelligence Unit nel 2015, il valore stimato a rischio, a causa dei cambiamenti climatici, sull’ammontare totale di attivi gestibili va dai 4,2 ai 43 trilioni di dollari in un orizzonte temporale compreso tra oggi e la fine del secolo. È stato stimato che, per compiere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, è necessario un trilione di dollari all’anno per il prossimo futuro, il che rappresenta una sfida ma anche un’opportunità per gli investitori e i gestori di portafogli.
(Fonte: The Economist Intelligence Unit & Task Force on Climate-Related Financial Disclosure)

Gli impegni di Parigi sono necessari ma non saranno sufficienti

7. Le emissioni annue totali di gas serra (GHG) hanno raggiunto il picco record di 53.5 GtCO2e nel 2017 e sembrano destinate ad aumentare. Inoltre, le emissioni sono aumentate di 0,7 GtCO2e rispetto al 2016. Si stima che gli impegni di Parigi dovrebbero ridurre le emissioni globali nel 2030 di 6 GtCO2e circa (da 59 GtCO2e, con le attuali politiche, a 53 GtCO2e con l’accordo di Parigi). Tuttavia, se vogliamo mantenere il riscaldamento globale sotto i 2°C o anche sotto l’1,5°C, le ambizioni attuali devono essere triplicate per soddisfare la prospettiva dei 2°C e quintuplicate per soddisfare quella dell’1,5°C. Quindi, basandoci sugli impegni attuali, siamo di fronte ad un divario di emissioni di, rispettivamente, 13 o 29 GtCO2e.
(Fonte: Programma ONU per l’Ambiente)

8. L’obiettivo principale della COP24 è di finalizzare il Regolamento di Parigi, che stabilisce le linee-guida dell’Accordo di Parigi per consentire un’aderenza alle nuove regole equa ed effettiva. Tuttavia, dato che gli impegni attuali non sono sufficienti poiché determinano un divario tra il livello di emissioni raggiungibile ed il livello di emissioni da raggiungere, le nazioni dovranno impegnarsi a rivedere e modificare i loro Contributi stabiliti a livello nazionale (National Determined Contributions) per allinearsi all’obiettivo di de-carbonizzazione globale richiesto, che dovrebbe mantenere il riscaldamento mondiale ad una media ben sotto i 2°.

9. Per far fede agli impegni richiesti, l’UE dovrà porre fine all’uso del carbone ottenuto con impianti che non adottano alcuna misura per limitare la produzione di diossido di carbonio entro il 2030. Ciò richiede azioni importanti da parte di molti Paesi come la Polonia, che ospita la COP24, dato che metà dell’approvvigionamento energetico totale della nazione dipende dal carbone. Questo senza dubbio ostacolerà il dialogo alla COP24 poiché tale obiettivo metterà a rischio 100 mila posti di lavoro polacchi.
(Fonte: Enerdata & Principi per l’Investimento Responsabile PRI)

10. Il Belgio e la Francia hanno recentemente dovuto affrontare diversi scioperi e rivolte legati all’aumento delle accise sui carburanti. Tenendo questo a mente, è bene che gli aggiustamenti per il cambiamento climatico non siano solo veloci, ma anche equi e giusti. COP24 si concentrerà quindi anche sulle implicazioni positive e negative della transizione climatica per i lavoratori e le comunità e, in quanto tale, terrà conto della dimensione sociale della transizione.
(Fonte: Enerdata & Principi per l’Investimento Responsabile PRI)


Gerrit Dubois – Analista Investimenti Responsabili – Degroof Petercam AM