Oro sostenuto dall’incertezza, nei prossimi mesi prezzo stabile intorno ai 1300 dollari

Névine Pollini -

I prezzi dell’oro sono stati sostenuti da una domanda di beni rifugio. La disputa tariffaria ancora irrisolta tra Stati Uniti e Cina e il suo impatto negativo sulla crescita globale è uno dei fattori che concorrono a rendere gli investitori nervosi.

L’elevata volatilità dei mercati azionari è un altro fattore. La confusione suscitata dalla Brexit e i lunghi disordini sociali in Francia si aggiungono all’incertezza. Infine, anche l’intenzione della Fed di rallentare il ritmo della sua politica di normalizzazione per l’anno in risposta ai dati macroeconomici e ai segnali dei mercati finanziari ha contribuito ad aumentare l’attrattiva dell’oro.

L’abbassamento delle prospettive di crescita globale da parte del FMI per il 2019 per la seconda volta in tre mesi riflette il rallentamento che sta iniziando a farsi sentire in tutto il mondo. La nuova previsione è del 3,5%, in calo rispetto alla precedente stima del 3,7%, in gran parte a causa del rallentamento della crescita nell’area dell’euro e nei mercati emergenti, in particolare in Cina, dove la crescita del PIL ha recentemente raggiunto il livello più basso dalla grande crisi finanziaria del 2009.

Sebbene i mercati azionari, recentemente più solidi, abbiano messo un freno ai prezzi dell’oro, riteniamo che questo continuerà ad apprezzarsi, almeno fino a quando la controversia commerciale tra Stati Uniti e Cina non sarà risolta. Riteniamo che le continue pressioni politiche ed economiche spingeranno le due parti almeno a gettare le basi di un accordo. Questo aiuterebbe l’economia cinese, ma anche lo stesso Donald Trump, che presto inizierà la campagna per la rielezione e sta esaurendo le leve per rafforzare l’economia (sono infatti improbabili ulteriori tagli fiscali). Anche se la Cina ha accettato di aumentare le sue importazioni dagli USA, le questioni della proprietà intellettuale e del trasferimento di tecnologia rimangono per il momento irrisolte.

Se anche si raggiungesse un accordo sul fronte della guerra commerciale, il dibattito sul tetto massimo del debito degli Stati Uniti si riaccenderà presto negli USA, poiché l’attuale limite del debito sarà raggiunto entro il 1° marzo. Questa promette di essere accesa come la disputa sullo shutdown, e una soluzione sarà difficile da raggiungere. In questo contesto, i prezzi dell’oro potrebbero rimanere positivi per i mesi a venire, resistendo intorno ai 1.300 dollari.

In questo contesto, gli investimenti in oro attraverso gli ETF sono aumentati dall’inizio dell’anno. L’ammontare totale conosciuto di oro detenuto attraverso ETF è già aumentato di quasi 2,1 milioni di once dall’inizio dell’anno rispetto ai 2,56 totali milioni del 2018, il che dimostra il forte interesse degli investitori. Anche la domanda fisica di oro è stata solida, sostenuta dalla domanda del Capodanno cinese.


Névine Pollini – Senior commodity analyst – Union Bancaire Privée (UBP)