Il Pil USA del 4° trimestre del 2018 positivo ma la situazione economica sta peggiorando

Team Multi-Asset - Unigestion -
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I numeri sono fuori discussione: l’economia statunitense e? cresciuta del 2,6% nel quarto trimestre del 2018, ben al di sopra delle aspettative della maggior parte degli economisti.

La recessione non era in vista per il 2018 e il pessimismo di dicembre dei mercati era eccessivo. Tuttavia, questo dato sul Pil e? gia? vecchio. Gli investitori dovrebbero concentrarsi su quello che accadra? tra oggi e domani: la situazione al momento e? discreta, ma quella di domani sembra peggiorare, mentre cerchiamo di capire l’entita? del rallentamento economico. Ogni crollo di mercato e? dato dalla combinazione di una situazione macroeconomica in peggioramento e di un fattore scatenante che e? tendenzialmente difficile da prevedere: potrebbe essere rappresentato da un errore di politica monetaria, da uno shock negativo nell’eurozona o dal materializzarsi di tensioni commerciali. Questo rende la macroanalisi della situazione attuale ancora piu? importante.

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Il mondo sta effettivamente rallentando. Rimaniamo convinti che la performance e il clima di domani non saranno cosi? buoni come quelli di ieri.

Gli USA nel quarto trimestre: una foto discreta, ma sfocata

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Molti osservatori di mercato erano prearati alla delusione, ma nel quarto trimestre la crescita del Pil USA si e? attestata al 2,6%, invece che al 2,2% previsto dagli economisti, battendo notevolmente le aspettative. Nel corso del periodo, dati sui consumi ancora positivi hanno continuato a sostenere la crescita, in particolare i beni durevoli, cresciuti di quasi il 6% grazie alle robuste vendite di veicoli. Il consumo di beni non durevoli, invece, e? cresciuto piu? lentamente rispetto al passato, a causa dell’abbigliamento. Anche gli investimenti nel settore dell’edilizia non residenziale, la maggior parte dei quali riflette quelli delle imprese, hanno continuato a crescere ad un ritmo lento, cosi? come e? stato dalla fine della grande crisi finanziaria. Ma la pecora nera e? stata chiaramente il mercato immobiliare: l’investimento residenziale e? diminuito del 3,5% nel trimestre, registrando il quarto calo consecutivo.

Negli ultimi tre mesi del 2018, il nostro US Growth Nowcaster – che combina un gran numero di serie di dati real- time in un indicatore dell’attivita? economica attuale – e? rimasto al di sopra dello zero, indicando una crescita superiore al potenziale (1,5% secondo le stime FMI). Scavando tra le componenti, ci aspettavamo che la crescita dei consumi rimanesse buona e un contributo netto positivo dagli investimenti. L’edilizia residenziale e? stata negativa negli ultimi due trimestri: anche in questo caso, le ultime stime sul Pil erano coerenti con quanto avevamo segnalato.

Tuttavia, la crescita USA del quarto trimestre resta sorprendente. In primo luogo e? piuttosto elevata data l’intensita? del rallentamento dei macroindicatori. Nel corso del periodo, infatti, il 55% dei dati di fondo che alimentano il nostro US Growth Nowcaster si e? deteriorato. Una decelerazione iniziata a novembre, perche? in ottobre l’economia era ancora forte (allora il 53% dei dati di fondo era in miglioramento): la maggior parte del rallentamento si e? verificato in modo crescente verso la fine dell’anno.

Il secondo elemento sorprendente e? il consumo di beni durevoli che e? stato abbastanza forte, anche se abbiamo assistito ai primi segnali di un rallentamento a lungo termine nel quarto trimestre. Anche in questo caso, una parte significativa della macro-decelerazione e? effettivamente avvenuta alla fine del trimestre, spiegando in parte i dati di crescita ancora elevati.

C’e? un rallentamento economico nell’aria

Il nostro focus e? su cio? che avverra? domani. Ogni componente del nostro US Growth Nowcaster indica una crescita piu? lenta: dagli immobili residenziali, ai consumi, alle aspettative di produzione, fino a quelle di investimento e ai finanziamenti. Seguendo tutti questi indicatori e? quindi improbabile che la crescita del Pil USA del primo trimestre 2019 sia superiore a quella del quarto: la decelerazione e? in arrivo e una crescita del 2% per i primi tre mesi dell’anno non sarebbe quindi una sorpresa. Ma non siamo gli unici a vedere questa decelerazione, perche? la Fed di New York si aspetta un +1,2%, mentre la Fed di Atlanta un +1,9%.

Infine, il resto dei nostri Nowcasters indica che la maggior parte dei Paesi sviluppati sta decelerando, infatti il 60% dei dati alla base si stanno deteriorando. Ad esempio, il Canada Growth Nowcaster suggerisce l’entrata in recessione per il primo trimestre di quest’anno.

Altri due mesi di decelerazione e anche l’Eurozona dovrebbe entrare in recessione. La situazione del Regno Unito non e? migliore: quella che sembrava essere una decelerazione della sola eurozona ora e? comune a tutte le economie sviluppate. Questo rallentamento resta debole secondo gli standard storici ma, ancora una volta, ci concentriamo di piu? sul domani che su quanto accaduto ieri.

Se le tendenze attuali perdureranno, cio? che stiamo leggendo nei nostri indicatori non e? altro che un chiaro richiamo alla prudenza, anche se la strada che porta al punto di rottura puo? essere ancora lunga.

Quanto accaduto nel marzo 2006 e? un interessante termine di paragone: il settore immobiliare statunitense subi? una contrazione nel bel mezzo di una decelerazione mondiale. Da allora ci vollero altri 15 mesi prima che si verificasse un fattore scatenante sufficientemente grande. Pazienza e cautela sono essenziali.