Ecco come la BNS tenterà di frenare la risalita del Franco Svizzero

Peter Rosenstreich -

Il cambio tra Euro e Franco svizzero è tornato a 1.11197 ovvero ai livelli abbandonati due anni fa e c’è la concreta possibilità che possa scendere ulteriormente qualora rompesse al ribasso questi supporti tecnici.

Con il premio al rischio che accelera nella vicina Europa, gli investitori stanno tornando uno ad uno verso i cosiddetti porti sicuri. Questa settimana la Banca nazionale svizzera verbalizzerà probabilmente quali potrebbero essere le contromisure da intraprendere per neutralizzare la concorrenza valutaria dei Paesi battenti euro e tra gli strumenti pronti all’uso si farà certamente riferimento in primo luogo alla minaccia di acquisto di valute straniere oltre che all’applicazione di tassi ancora più negativi, per quanto la debolezza del dato sul CPI pubblicato oggi (+0,6% mese su mese) indichi come le attese di una svolta di politica monetaria ulteriormente restrittiva sembrerebbero mal riposte. A beneficiare ugualmente di questa nuova fase di risk-off dei mercati è il dollaro: nel cambio USDCHF il nuovo supporto si trova a .9953.

Una situazione che potrebbe venire oltremodo confermata dalle attese di una Fed più accomodante che potrebbe portare ad innalzare le aspettative di chi spera in due tagli di tassi già nel 2019.Per tutte queste ragioni, lo status di bene-rifugio del Franco svizzero continuerà ad arrecargli apprezzamento neo confronti di tutte le monete del G10, eccezion fatta per lo Yen.

Il catalizzatore di questo movimento importante è stato dato dalla visita di Trump in Gran Bretagna, che non ha fatto altro che rafforzare i timori di una hard Brexit. Il robusto supporto che il Presidente Usa ha offerto a Nigel Farage non farà che caricare a molla la base dei Brexiters, che peraltro sono usciti vincitori dall’ultima tornata elettorale europea.


Peter Rosenstreich – Head of market Strategy – Swissquote