Emergenza Covid-19 e cassa integrazione: cosa succede se paga direttamente INPS

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Le prime indicazioni operative dell’INPS, dopo il decreto CuraItalia, stanno evidenziando qualche inattesa novità. Una tra tutte: le aziende possono chiedere, senza che sia dimostrato uno stato di difficoltà finanziaria, che sia l’INPS a pagare direttamente l’indennità di cassa integrazione ai lavoratori.

In passato questa possibilità era rimessa alla valutazione dell’INPS che la concedeva solo dopo aver accertato un grave stato di crisi. Nella procedura ordinaria è l’azienda ad anticipare l’indennità di cassa integrazione, mille euro scarsi, al lavoratore e poi recupera dai contributi e dalla tasse dovute mensilmente tali somme.

Il meccanismo di oggi sembrerebbe una buona notizia per le aziende che vedono drastici cali di liquidità, ma rischia di creare una grande criticità nei rapporti con il personale. I lavoratori infatti rischiano di ritrovarsi in una vera trappola, in quanto generalmente i tempi di risposta dell’INPS sono molto lunghi.

L’Istituto deve raccogliere le domande, aspettare che le aziende effettuino i calcoli di quanto dovuto, ricevere i dati e fare i bonifici direttamente ai lavoratori. Anche se saranno attivati meccanismi di urgenza, rischiano di passare mesi specialmente in questo periodo in cui anche gli uffici INPS sono sotto pressione. Nel frattempo i lavoratori non hanno stipendio, né possono chiedere anticipi al proprio datore di lavoro perché lo stesso, non ricevendo le somme dall’INPS, non potrà effettuare alcuna compensazione.

Si poteva essere più prudenti, per esempio pensando a smobilitare crediti fiscali o rimborsi IVA alle aziende e consentire alle stesse, salvo i casi di estrema crisi, di mantenere il meccanismo ordinario. L’alternativa auspicabile è che l’INPS dimostri una celerità, finora inconsueta, per gestire tutte queste pratiche.