La risposta di diversi settori dell’azionario all’attuale flessione
La flessione di mercato indotta dal COVID-19 che stiamo vivendo è, per certi aspetti, senza precedenti: l’intervallo di tempo tra il picco e l’inizio di un mercato orso, quando si è registrato un -20%, è stato estremamente breve – 22 giorni. Non si registrava un sell off così repentino dal 1987.
Il reddito fisso non si è rivelato così tanto decorrelato dai titoli azionari quanto gli investitori in cerca di un porto sicuro avrebbero sperato. Stranamente, un’area che ha fornito una certa protezione è stata quella dei mercati emergenti, che ha registrato flessioni più contenute rispetto a diverse altre regioni, incluse l’Europa e gli USA.
Questa non è in realtà una sorpresa, considerato che tra gli emergenti il paese ad avere il peso principale è la Cina, il cui governo ha adottato rapidamente misure stringenti atte a limitare la diffusione del virus. L’azionario cinese ha registrato un -15% da inizio anno, rivelandosi più resiliente dell’azionario europeo e statunitense, che segnano un -30%. L’economia cinese sta iniziando a tornare a regime, e alcune delle principali società del settore tecnologico e di internet hanno beneficiato del maggior tempo che le persone hanno dovuto trascorrere in casa a causa del virus.
Il sell off ha colpito più duramente le PMI rispetto alle aziende a maggiore capitalizzazione in questo inizio d’anno volatile, probabilmente a causa della loro significativa esposizione alla domanda domestica e alle attività particolarmente colpite dal virus (pensiamo ad esempio i ristoranti). Anche altre aree legate al piacere e al tempo libero, come le compagnie aeree e di crociera, stanno affrontando tempi difficili.
Poi ci sono le aziende tradizionalmente legate ai dividendi, anche loro colpite dal virus: alle banche verrà chiesto di sostenere l’economia reale, con un alleggerimento dei requisiti di capitale per aumentare la liquidità, ma il rovescio della medaglia è che si può tranquillamente ipotizzare che i dividendi saranno sospesi. Anche le compagnie petrolifere, che a causa della guerra dei prezzi in corso devono gestire prezzi del petrolio più bassi, quest’anno con tutta probabilità taglieranno i loro dividendi.
Le prospettive non sono tutte negative. Paura e incertezza sono gli antagonisti dell’investimento di lungo termine, e proprio per questo è importante mantenere un orizzonte di lungo periodo e cercare i possibili vincitori in questo contesto. Alcuni settori stanno reggendo meglio di altri, in particolare i beni di prima necessità, la sanità e l’informatica, e alcuni titoli si stanno mostrando resilienti anche in questi tempi difficili. Il prezzo del titolo di Amazon, ad esempio, non è variato significativamente rispetto all’inizio dell’anno, dato che beneficia di un aumento della domanda delle consegne a domicilio e dei servizi web che offre. Questa pandemia accelererà inoltre una serie di trend già esistenti. Il crescente numero di persone che lavora da casa andrà a beneficio delle società tecnologiche, dei social media, dell’home entertainment e dei pagamenti cashless. I prodotti e servizi da loro offerti si stanno mostrando particolarmente resilienti in questa fase in cui è chiesto alle persone di rimanere a casa.