Go with the flow?

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Il rally di mercato degli ultimi due mesi è stato uno dei più intensi della storia. Ma in quanti hanno realmente partecipato al rialzo? Il posizionamento degli hedge fund e la propensione al rischio degli operatori forniscono indicazioni inattese

Ormai da qualche settimana una qualunque analisi che si soffermi sui fondamentali di mercato restituirebbe invariabilmente la stessa risposta: i mercati sono cari e hanno già ‘comprato’ l’ipotesi più favorevole, quella di una versione a ‘V’ della ripresa. Ciò non appare compatibile con dati macroecono­mici peggiori dal secondo Dopoguerra e neanche con il contesto particolarmente fluido e incerto creato dal virus. Un ragionamento di questo tipo rimane a nostro avviso tuttora valido e sempre da tenere a mente. Le meccaniche di mercato, come osservato anche a febbraio, possono modificarsi molto celermente, in particolare se i dati dovessero segnalare una dilatazione delle tempistiche di ritorno alla normalità.

D’altro canto, l’analisi di mercato non può limitarsi ai soli fondamentali. Lo studio dei cosiddetti fattori tec­nici aiuta ad ottenere ulteriori informazioni, come ad esempio la struttura del mercato, il posizionamento di hedge fund e fondi quantitativi e, più in generale, il grado di “avversione al rischio” degli operatori. Di norma, i lunghi rally azionari sono accompagnati da condizioni di euforia di mercato e alta esposizione da parte degli attori coinvolti. Non è questo il caso del movimento attuale, o almeno non ancora: i dati indicano che il rally osservato è stato uno dei meno “praticati” della storia, come emerge dalle analisi di diversi istituti.

La Fund Management Survey di BofA Merrill Lynch conferma ancora alti livelli di liquidità nei portafogli, con i timori dei gestori concentrati soprattutto sulla velocità di uscita dalla crisi, che ci si attende molto lenta. Alla stessa conclusione arriva Goldman Sachs, il cui indice di propensione al rischio (GSRAI) è ancora su livelli compatibili con un’ulteriore salita del mercato. In aggiunta a questo, il posizionamento degli hedge fund su tutte le principali strategie risulta essere ancora molto contenuto, in termini esposi­zione e beta; medesimo comportamento per i fondi azionari, che solo nell’ultimo mese hanno iniziato a registrare flussi in ingresso.

I fattori tecnici, in altre parole, non fanno presagire un’imminente interruzione del movimento, anche se sarà decisivo nelle prossime settimane il moni­toraggio di questi parametri e dei flussi in ingresso sull’azionario. In presenza dei fondamentali descritti all’inizio, ovvero di persistente debolezza del quadro macro, un posizionamento più spinto da parte degli investitori potrebbe creare condizioni di estrema vulnerabilità.