Il consumatore post-Covid: incerto, cauto, “riluttante” a tornare alla normalità
Uno studio di Bain & Company, condotto in 5 paesi (Italia, Francia, Germania Regno Unito e Svezia), ha analizzato l’impatto della crisi Covid-19 sul sentiment dei consumatori e sulle loro abitudini di acquisto, per prevedere i cambiamenti che dovremo attenderci nella fase di “nuova normalità” appena iniziata.
L’esplosione della pandemia ha generato elevati livelli di ansia e di preoccupazione tra i consumatori, ed è vista da molti di essi come un punto di non ritorno: il 30% degli italiani ha dichiarato che non si aspetta che la vita post-Covid possa essere uguale a prima.
Soltanto il 15% degli intervistati ritiene che si potrà tornare a una sorta di “nuova normalità”, ma non prima di almeno 7 mesi, secondo il 60% dei consumatori. La nuova modalità di “work from home” è stata vissuta come una maggiore disponibilità di tempo libero, soprattutto tra le persone che dispongono di livelli di reddito più elevati.
“Dalla ricerca emerge chiaramente il ritratto di un consumatore riluttante: incerto e preoccupato sul futuro e timoroso di ritornare ad attività – anche banali, come prendere mezzi di trasporto o andare al ristorante – che implichino una certa vicinanza sociale”, spiega Andrea Petronio, Partner di Bain & Company che ha curato lo studio per l’Italia, insieme al Principal Luigi Do. “Il profilo che ne risulta è quello di un cliente più propenso alle attività da svolgere a casa, tra cui smart working e shopping online, e addirittura disposto a spendere/investire per rendere più confortevole la propria abitazione in vista del maggior tempo da trascorrervi, come dichiarato dal 10-15% del campione degli intervistati”.
Tra gli altri trend emersi in maniera significativa nel nostro Paese, si evidenzia unaforte crescita dell’accesso e l’utilizzo di media online: dai social alle piattaforme di comunicazione, fino al content, l’Italia è stata leader rispetto agli altri quattro Paesi analizzati.
Anche l’impatto del Covid-19 sulla sicurezza finanziaria dei cittadini risulta critico: ancora una volta gli italiani sono i più preoccupati (60% vs. il 40% negli altri Paesi europei) e i più pessimisti rispetto alle risposte del Governo in merito ai timori diffusi di una recessione economica di lunga durata.
In questo contesto dal sentiment certo non roseo, il 60% dei consumatori afferma di aver sospeso la maggior parte degli acquisti rispetto al solo 30-40 che si registra degli altri Paesi europei.
E’ incrementato in misura molto rilevante lo shopping online, principalmente in Italia e nel Regno Unito: tra i molti nuovi clienti che si sono avvicinati la prima volta all’e-commerce, l’80% ha ritenuto l’esperienza soddisfacente, e non solo per un tema di prezzi, e il 40% dichiara che continuerà usufruirne più di quanto fatto in passato. Il profilo dell’acquirente medio si è spostato verso un’età più avanzata e un reddito minore rispetto al pre-crisi. Il 30% degli italiani intervistati – cioè il 10% in più rispetto agli altri paesi – ha infine sottolineato che acquisterà di più presso i discount.