Volatilità e ultimo trimestre dell’anno

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E’ molto difficile aspettarsi un quarto trimestre dell’anno privo di volatilità dati i molteplici rischi che si prospettano all’orizzonte. La scorsa settimana il mercato ha registrato la sua più ampia fluttuazione a partire dallo scorso maggio, movimento questo molto evidente sul mercato dei credit default swap sintetici (CDS). A differenza del mercato delle obbligazioni in liquidità, l’indice CDS non sta riuscendo a trarre vantaggio dal contesto dominato dalla ricerca di spread che ha portato ad un volume record di asset a rendimento negativo.

La domanda chiave ruota intorno a quanto gravi debbano essere le condizioni di fondo affinchè la Banca centrale blocchi il mercato – in altre parole, quando la BCE potrebbe mai essere nelle condizioni di “scioperare”… L’Istituto di Francoforte ha di recente sottolineato di star valutando un ventaglio di opzioni da poter prendere in considerazione per dicembre, aspetto questo che ha instaurato nel mercato la consapevolezza che un un ulteriore supporto rappresenti una possibiità concreta.

Così come abbiamo imparato nel corso dell’ultimo trimestre del 2018, gli spread sono più sensibili agli sviluppi macroeconomici proprio in questa fase dell’anno caratterizzata da minor liquidità. Gli elevati livelli di incertezza rendono decisamente poco probabile una riduzione della dispersione sul mercato, poiché le misure più rigorose relative agli sviluppi della pandemia mettono sotto pressione quei settori che sono direttamente interessati dai cambiamenti nel comportamento dei consumatori.