Azionario: il mercato riprende la corsa, ma pesano timori su aumento inflazione

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La traiettoria positiva dei mercati azionari sta continuando, come previsto, dopo la battuta d’arresto di inizio anno. Il rally è alimentato soprattutto dalla speranza di una ripresa grazie alle straordinarie politiche di sostegno all’economia predisposte dai governi e da un’accelerazione delle strategie di riapertura post-lockdown, grazie a un programma generalizzato di vaccini.

Crescono tuttavia i timori su un aumento dell’inflazione che potrebbe spingere le banche centrali a perseguire politiche monetarie meno accomodanti. Prosegue inoltre il rally delle materie prime, iniziato ai primi di novembre, con il Brent salito del 18,3%, fino a toccare quota $66,13, il massimo dall’inizio del 2020.

Prosegue la rotazione verso ciclici e value

Siamo infine in un periodo ricco di pubblicazioni di risultati societari, che nel complesso si sono dimostrati superiori alle attese, anche se le previsioni per il 2021 restano prudenti. A febbraio il DJ Eurostoxx dividendi reinvestiti ha messo a segno un guadagno del 3,61%. È proseguita la rotazione dai titoli growth ai titoli più ciclici e value, favorendo le scommesse sulle società più esposte alla riapertura delle economie. I titoli finanziari, dell’energia, e del consumo ciclico hanno quindi messo a segno i guadagni maggiori, mentre i settori di lungo periodo, come utility, immobiliare, farmaceutico, e beni di consumo di base, sono stati direttamente interessati dal rialzo dei tassi a lungo termine.

Deterioramento situazione sanitaria e timori d’inflazione preoccupano i mercati

Nel corso delle prossime settimane, il sensibile deteriorarsi della situazione sanitaria in certi paesi europei, tra cui l’Italia, e i timori per un’accelerazione del rialzo dei tassi sovrani, potrebbero innervosire gli investitori e pesare sui mercati azionari.

Per il momento, l’attività economica resiste meglio del previsto e i segni di una ripresa dell’inflazione, in gran parte dovuti a fattori tecnici (come l’aumento dell’inflazione in Germania dovuto a un rialzo dell’Iva, o il prezzo del petrolio tornato a salire), hanno spinto le banche centrali a intervenire segnalando la loro volontà di escludere qualsiasi cambiamento delle loro politiche monetarie in una direzione meno accomodante. Tuttavia, la situazione ci sembra ancora fragile e intendiamo quindi restare molto vigili, specie con le attuali valutazioni dei mercati azionari che lasciano poco spazio all’incertezza.