Banche e criteri ESG saranno presto due facce della stessa medaglia

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Le banche sono state senza dubbio ‘i cattivi’ della crisi finanziaria globale del 2008/09, e probabilmente usare una retorica ESG per parlare di questo settore potrebbe far alzare qualche sopracciglio. Tuttavia, con le considerazioni ESG che stanno diventando sempre più importanti sia per gli investitori che per i policymaker, riteniamo che sia una conseguenza naturale porre maggiore enfasi sui criteri ESG nella regolamentazione bancaria, considerando anche che si tratta dei principali erogatori di credito all’economia e di un’importante leva che le autorità possono usare per influenzare le politiche sulla sostenibilità.

Ma in che modo?

Sebbene la crescente importanza della sostenibilità a livello di politiche pubbliche ponga dei rischi finanziari per molte aziende, in teoria questi sono controbilanciati dalle opportunità, soprattutto per le banche, che possono essere viste come il principale strumento a disposizione dei policymaker per influenzare la transizione verso un mondo più sostenibile. La European Banking Authority, ad esempio, sta valutando la possibilità di includere i criteri ESG nel framework normativo bancario.

Inoltre, verso la fine del 2020, la BCE ha pubblicato una guida per le banche sui rischi climatici e ambientali e su quali siano le aspettative di supervisione per la gestione e la divulgazione di tali rischi. La BCE ha anche chiesto alle banche di avviare una autovalutazione di questa guida e di lavorare a un action plan alla luce di queste aspettative a inizio 2021, a cui farà seguito una revisione da parte della supervisione. A partire dal 2022, i rischi legati al clima saranno integrati anche negli stress test semestrali.

Le banche che non riusciranno a sviluppare credenziali ESG verranno punite dai regolatori attraverso stress test, processi SREP e aumento dei requisiti di capitale.

Investire sul percorso ESG del settore bancario

Perché guardare al settore bancario nello specifico? Riteniamo che il debito subordinato bancario, come i CoCo bond, si trovi in una fase positiva e sarà una delle poche asset class a offrire rendimenti superiori al 3% quest’anno. Ciò è dovuto soprattutto all’aumento del debito con rendimento negativo (soprattutto titoli di Stato europei e giapponesi), che ha raggiunto i 17.000 miliardi di dollari circa, e che ha portato gli investitori a cercare fonti alternative di ritorni. Adottare un approccio ESG in questo settore è essenziale e, a nostro avviso, gli investitori che si sono già mossi per capire a che punto si trovano le banche nel percorso ESG rispetto ai requisiti normativi e alla direzione delle politiche, potranno beneficiarne.

Riteniamo anche che l’approccio che i regolatori stanno adottando nei confronti delle banche, utilizzandole come mezzo per spingere le politiche sostenibili, rappresenti un’enorme opportunità per il settore.

Guardando avanti, numerosi fattori indicano che il settore non solo migliorerà a livello di disclosure e credenziali ESG, ma anche che le banche verranno sempre più viste come ‘campioni’ della transizione, in grado di influenzare i flussi finanziari.

Guardando avanti

Gli asset dei fondi con un mandato ESG sono cresciuti del 170% dal 2015 e il volume di green bond emessi nell’Eurozona è aumentato di 7 volte nello stesso periodo.

Le credenziali ESG del settore bancario stanno migliorando rapidamente e ci aspettiamo che continueranno a farlo. È solo questione di qualche anno prima che le banche adottino le raccomandazioni della Taskforce on Climate-related Financial Disclousures. La finalizzazione della tassonomia dell’UE dovrebbe accelerare questo processo nei prossimi anni.

Inoltre, le banche dovrebbero giocare un ruolo sempre più importante in tutte le strategie, al di là di quelle considerate semplicemente ESG-compliant. Le strategie attive a impatto sono un’area destinata a una crescita significativa. Secondo la Commissione Europea, il Green Deal dell’UE necessiterà di 4.700 miliardi di euro di investimenti nei prossimi 10 anni per raggiungere gli obiettivi climatici del 2030. Si stima che 3.500 miliardi di questi verranno erogati dal settore privato, quindi le banche hanno un ruolo importante da svolgere.

Riteniamo che queste strategie diverranno un modo sempre più diffuso in cui gli investitori potranno influenzare la spesa per la sostenibilità. A nostro avviso gli investitori attivi a impatto non potranno continuare a ignorare questo settore, vista la sua influenza e i vantaggi che deriverebbero dall’investirvi a livello di transizione sostenibile.