Azionario USA, tra disruption e nuovi trend

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La pandemia da Coronavirus ha accelerato la disruption, ma anche creato un nuovo set di opportunità da cogliere per chi sa investire dalla parte giusta del cambiamento. È stato questo il fulcro dell’evento digitale “Azionario Usa, tra disruption e nuovi trend”, dedicato agli investitori professionali, che T. Rowe Price ha organizzato per esplorare i cambiamenti e le nuove tendenze in atto dal punto di vista sia degli investitori, sia delle aziende.

“Molti cambiamenti secolari erano già in divenire, la pandemia non ha fatto che esacerbarli, incoraggiando nuove e rapide soluzioni in un ambiente mutato dalla crisi e creando di conseguenza nuove opportunità sui mercati finanziari”, ha ricordato Donato Savatteri, Head of Southern Europe, aprendo i lavori.

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In quest’ottica, il mercato azionario statunitense, il più efficiente al mondo, presenta moltissime occasioni, specialmente per le strategie più centrate su disruption e innovazione, come quella del fondo T. Rowe Price Funds SICAV – US Large Cap Growth Equity, una delle punte di diamante della società nell’equity USA, area in cui T. Rowe Price vanta una vasta expertise e oltre 870 miliardi di dollari in gestione sui quasi 1.500 miliardi di AuM totali ($1.470,5 al 31.12.2020).

“Io cerco attivamente la disruption, vado a caccia di incertezza per individuare le aziende più innovative con stile growth, quindi una crescita costante nel tempo di utili e flussi di cassa, dove la disruption non è solo un costo, ma una fonte di generazione di rendimenti nel lungo periodo, che potrà quindi creare vantaggi per gli investitori”, ha spiegato Taymour Tamaddon, gestore del fondo dal 2016, in T. Rowe Price da oltre 16 anni.

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Innovazione non significa solo tecnologia. Anzi, l’innovazione diffusa è un fattore trainante del ciclo di crescita e opportunità in stile growth possono emergere in diverse aree. Quindi, soprattutto in un contesto disrupted come quello attuale, è ancora più importante cavalcare la trasformazione, non guardando solo a nuovi settori o nuovi modelli di business, ma scovando le aziende in grado di sostenere una crescita duratura nel tempo. “La nostra differenziazione sta nella duration di questa crescita: se investiamo nelle aziende durevoli, possiamo apportare al portafoglio una contro-ciclicità che ci permette di fare bene in quasi tutti i contesti”, ha aggiunto Tamaddon.

Questa selezione attiva è possibile grazie a una profonda ricerca proprietaria e un team vasto di analisti altamente specializzato, in grado di trovare disruption anche al di fuori degli ambiti tradizionali e delle aree dove le valutazioni appaiono molto estreme. Un esempio è Ross Stores Inc., un rivenditore di abbigliamento e articoli per la casa ’off-price’, privo di e-commerce, che però presenta caratteristiche di crescita growth e che sta traendo vantaggio dalle difficoltà dei competitor, come i centri commerciali, assorbendone i volumi.

Un altro comparto non tecnologico denso di disruption e opportunità è quello sanitario, dove secondo Tamaddon si possono ottenere buoni risultati investendo in società che beneficiano dell’abbassamento della curva dei costi oppure in società che innovano in misura significativa. Un esempio di trasformazione futura in questo ambito riguarda la diagnostica pretumorale: poter individuare un tumore allo stadio iniziale, solo tramite un’analisi del sangue, è un concetto che trasformerà notevolmente gli strumenti di life science nel prossimo decennio, ma su cui gli investitori dovrebbero puntare fin da ora.

Un grande trend non trascurabile è poi quello dei big data e della capacità di alcune grandi aziende di sfruttare i dati raccolti tramite le proprie piattaforme come ‘finestre’ per visionare l’attività degli utenti e innovarsi in fretta di conseguenza. Ad esempio, Facebook ha saputo leggere e comprendere il cambiamento avvenuto nei comportamenti di consumo degli utenti per migliorare il proprio prodotto, introducendo innovazioni come Facebook Shop, uno strumento in grado di fornire una vetrina online gratuita alle aziende che vogliono usare il social per raggiungere clienti sempre più digitali.

Proprio Luca Colombo, Country Director di Facebook Italia da oltre 10 anni, è stato protagonista del secondo intervento della digital conference. “La pandemia ha creato una discontinuità enorme e imprevedibile”, ha esordito il manager, precisando che in particolare “da maggio 2020 in poi l’utilizzo della messaggistica, come Whatsapp, Messenger, WeChat, è diventato predominante nella dieta mediatica delle persone. Da allora, il 55% delle persone ha effettuato un primo acquisto attraverso messaggistica. Di conseguenza, l’interazione con gli assistenti vocali è diventata più rilevante. Non solo. È aumentato l’utilizzo dei gruppi e delle community, l’e-commerce è esploso e anche la comunicazione aziendale ha accelerato”.

In tal senso, a detta di Colombo, “i social creano l’opportunità di generare valore per il sistema paese, in quanto presentano un carattere di internazionalizzazione molto spinto, che permette di ampliare il mercato di riferimento molto velocemente e, ad esempio, alle piccole e medie imprese di raggiungere clienti e utenti in altre città, regioni, nazioni”.

In conclusione, in un mercato che non ha affatto esaurito la sua dinamicità e capacità di innovazione, come l’azionario USA, abbracciare l’incertezza e cavalcare la disruption, puntando su aziende che come Facebook sanno prendere i venti contrari e trasformarli in venti a favore, significa trovare alpha e generare valore costante nel tempo per gli investitori.