Inflazione degli alimentari: ripresa per i titoli dell’agricoltura

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Non c’è dubbio che ci siamo abituati a ulteriori aumenti degli affitti e dei prezzi degli immobili nei centri delle città. L’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, invece, agli occhi dell’opinione pubblica per anni è stato quasi un non-problema. Ora questo dato sembra cambiare. Anche se l’attuale debolezza della domanda di verdure e carne da parte delle aziende del settore della ristorazione continua a mettere sotto pressione i prezzi in questi segmenti, questo stato di cose potrebbe cambiare rapidamente, sulla scia del successo nel contenimento del coronavirus.

La domanda di import dalla Cina spinge i prezzi dei prodotti alimentari

L’indice dei prezzi di vari alimenti pubblicato dalla FAO ha già registrato una chiara tendenza al rialzo negli ultimi mesi. Particolarmente evidenti sono i forti aumenti del prezzo degli olii vegetali e dei cereali. Anche i prezzi del mais e della soia sono esplosi dalla metà del 2020. Qual è stato il fattore scatenante di questi aumenti? Uno dei motivi principali è certamente la forte domanda di importazioni proveniente dalla Cina: fra le ragioni non vi sono solo i raccolti scarsi e al sotto la media ma anche la maggiore domanda di mangimi, seguita alla crescita dell’allevamento di maiali dopo la peste suina africana, che potrebbe non essere più soddisfatta dalla sola produzione interna. In particolare, gli sforzi del governo cinese per concentrare l’allevamento dei suini sempre più all’interno di strutture professionali ha favorito miscele che comprendono il mais. Si può quindi supporre che la dinamica dell’aumento della domanda continuerà per qualche tempo, anche se si sta lavorando per utilizzare varietà di semi più efficienti. Le altre cause del rally dei prezzi, come gli scarissimi raccolti legati ad eventi climatici, specialmente in Sud America e nella regione del Mar Nero, costituiscono invece più un fenomeno temporaneo.

Mercati dei cereali e dei semi oleosi: un’offerta limitata

D’altra parte, il miglioramento della situazione sul fronte dei prezzi porterà quest’anno molti agricoltori statunitensi ad espandere significativamente le superfici coltivate. Nonostante questa espansione, nella conferenza annuale a fine febbraio il Dipartimento dell’Agricoltura (USDA) ha previsto un’offerta limitata sui mercati dei cereali e dei semi oleosi per il 2021/22. Secondo tale previsione, le scorte finali di soia degli USA dovrebbero rimanere quasi ai minimi dal 2013/14. Ma anche questa previsione dell’USDA non è senza rischi. In particolare, ipotizzare rendimenti tendenziali medi in quadro di espansione delle superfici coltivate appare piuttosto pericoloso. Di solito, l’espansione dei terreni coltivati ha luogo in regioni con terreni di scarsa qualità e condizioni climatiche meno favorevoli. Nel corso dell’anno, quindi, saranno quasi inevitabili ulteriori delusioni sul fronte delle stime del raccolto. Inoltre, la domanda dell’industria dei mangimi (sostenuta dal recente shock da freddo negli Stati Uniti) e dei produttori di etanolo potrebbe rivelarsi superiore al previsto. Quest’ultimo dato sarebbe tanto più importante se dovessero cessare le limitazioni alla mobilità. Le annunciate restrizioni all’export per singoli Paesi produttori (per esempio Russia e Argentina) probabilmente alimenteranno la volontà dei singoli Paesi in deficit di accumulare scorte di sicurezza a titolo precauzionale.

Espansione della superficie coltivata: vantaggi per i produttori statunitensi di fertilizzanti e sementi

Come conseguenza di quanto affermato sinora, la dinamica dei prezzi delle materie prime agricole potrebbe guadagnare ulteriore slancio nei prossimi mesi. Ciò darebbe inoltre un’ulteriore spinta alle azioni del segmento agricolo. La maggior parte dei titoli nel settore dei fertilizzanti e delle sementi sta già beneficiando dell’aumento dei prezzi di vendita e dei volumi. Il principale vantaggio dell’attesa espansione dei terreni coltivati negli Stati Uniti andrà inevitabilmente ai produttori di fertilizzanti, sementi e fitofarmaci affermati sul mercato statunitense. Fra i titoli che negli ultimi tempi hanno registrato i maggiori progressi ci sono le azioni delle aziende di questo settore. Un’eccessiva esposizione alle vendite in Sudamerica, invece, si è spesso rivelata svantaggiosa, anche a causa della debolezza del real brasiliano.

Il settore delle macchine agricole è un altro beneficiario di questo miglioramento generale. Gli agricoltori statunitensi in particolare sono smaniosi di rinnovare finalmente i loro antiquati parchi mezzi. Allo stesso tempo, nel commercio all’ingrosso di macchine agricole negli USA le scorte sono estremamente basse per gli standard storici, così che i produttori possono fare a meno dei soliti sconti dei distributori. Di conseguenza, si può supporre che per il momento i consistenti aumenti di prezzo dell’acciaio potranno ripercuotersi sul cliente finale senza problemi. I tanti ordini arretrati assicurano inoltre un maggiore efficientamento della capacità produttiva, a condizione che le supply chain rimangano intatte nonostante le restrizioni legate al Covid.

Robotica e intelligenza artificiale: più efficienza nel settore agricolo

Dal punto di vista di un’azienda, ma anche da quello di un investitore, le tante nuove soluzioni di controllo automatico e di robotica, che spesso vengono vendute come un’opzione aggiuntiva, possono essere interessanti. Grazie alle nuove applicazioni, il fatturato per ogni macchina agricola aumenta continuamente. Con l’aumento dei prezzi dei fertilizzanti e l’inasprimento delle leggi sulla protezione delle piante, l’acquisto delle cosiddette soluzioni per l’ “agricoltura di precisione” ripaga spesso gli agricoltori già dopo circa due o tre anni: il loro uso non solo permette una riduzione delle ore di lavoro e la minimizzazione dei materiali necessari come il diesel ma con l’aiuto di sensori e telecamere sempre migliori oggi è possibile ottimizzare l’uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari. Mentre i fertilizzanti nella prima ondata e il miglioramento delle varietà di sementi nella seconda hanno aumentato significativamente la resa per ettaro, il futuro incremento delle rese agricole dipenderà probabilmente in gran parte dalle tecnologie di robotica digitale. Inoltre, in agricoltura si sta facendo strada l’intelligenza artificiale: per esempio, i computer imparano a distinguere le erbacce dalle colture vere e proprie. Un controllo più mirato sembra quindi solo questione di tempo. L’uso di erbicidi su larga scala potrebbe diventare solo un ricordo. Di conseguenza, la promozione di investimenti corrispondenti attraverso i sussidi sembra avere senso anche in termini di protezione ambientale.

L’agricoltura sostenibile diventa più importante

In questo contesto, non bisogna dimenticare che gli agricoltori statunitensi hanno ricevuto notevoli aiuti sotto la precedente amministrazione USA, sebbene rimanga ancora poco chiaro in quale misura. Bisogna attendersi alcuni tagli. Ciò vale anche per gli agricoltori europei, che nel medio termine dovranno fare i conti con una diminuzione dei sussidi diretti elargiti da Bruxelles. In questo contesto, è ancora più importante premiare le pratiche agricole sostenibili. I primi passi sono stati fatti in Nord America. Per esempio, Nutrien, uno dei principali commercianti americani di prodotti agricoli, vuole testare per la prima volta dal 2021 dei certificati di CO2 per piantagioni particolarmente rispettose del suolo e venderli ai protagonisti del settore potenzialmente interessati. Questo potrebbe essere un buon modo per generare finalmente una seconda fonte di reddito per gli agricoltori, al di là dei sussidi tradizionali. Di conseguenza, il ciclo di reddito causato dalla forte fluttuazione dei prezzi delle materie prime agricole verrebbe, almeno in parte, bilanciato. A breve termine, tuttavia, molti agricoltori possono aspettarsi un aumento dei rendimenti, almeno per il momento. Le azioni in questo segmento rimangono promettenti nonostante i rialzi di prezzo già registrati.