È Elon Musk il vero re dei banchieri centrali?

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Ulteriori segnali che le banche centrali stanno iniziando a considerare cambiamenti nella loro politica monetaria sono emersi questa settimana nelle minute del meeting della Federal Reserve. Diversi partecipanti hanno suggerito che bisognerebbe iniziare una discussione in merito al taper già nelle prossime riunioni della Fed, in rottura con la linea accomodante.

Nonostante l’ultimo rapporto sul mercato del lavoro americano, che è stato sorprendentemente debole, crediamo che i dati economici mostreranno una certa solidità nelle settimane a venire. Di conseguenza, continuiamo a credere che il tema del taper diventerà una fonte concreta di discussione al meeting di Jackson Hole ad agosto, aprendo la strada a un annuncio durante il meeting del FOMC di settembre.

È stato interessante osservare la crescita del numero dei posti di lavoro vacanti nel mercato statunitense e gli esempi di società che stanno avendo difficoltà ad assumere personale in alcuni settori, con i dati apparentemente in contraddizione con i Payroll. Sembra che i generosi sussidi di disoccupazione abbiano rappresentato un disincentivo alla ricerca di lavoro, ma dato gli aiuti iniziano a ridursi – come è successo in un certo numero di Stati – rimaniamo fiduciosi sul fatto che l’economia dovrebbe tornare alla piena occupazione entro la fine dell’anno.

Con il costo del lavoro e degli altri fattori di produzione in aumento, vediamo che tali costi vengono trasferiti sui consumatori, con le società che usano il loro potere di pricing in un momento in cui la domanda eccede l’offerta in alcuni settori. Di conseguenza, pensiamo che l’inflazione possa salire ancora il prossimo mese e che i prezzi core possano impiegare molto tempo a tornare sotto il 3% nei prossimi mesi.

Nonostante questi sviluppi, i rendimenti statunitensi sono rimasti pressoché invariati nell’ultima settimana, e gli spread corporate hanno scambiato lateralmente, come si è verificato nell’ultimo mese.

Eurozona

Intanto i rendimenti dell’Eurozona hanno continuato a muoversi al rialzo, con i Bund sui massimi degli ultimi 2 anni, che iniziano a segnalare un possibile ritorno territorio positivo. La continua espansione fiscale e la solidità sul lato dell’offerta hanno pesato sul sentiment e via via che i rendimenti si sono mossi al rialzo, gli spread sovrani hanno iniziato ad andare sotto pressione.

C’è stata anche una certa speculazione sul fatto che la BCE possa ridurre il suo programma di acquisti PEPP quando lo rivaluterà nel meeting di giugno. Se ciò dovesse accadere ne rimarremmo sorpresi, dato che abbiamo dei dubbi sul fatto che la banca centrale vorrà permettere un tightening prematuro delle condizioni finanziarie.

Considerando il fatto che l’espansione fiscale è stata attuata più in ritardo e che il tasso di vaccinazione è più lento, l’economia europea sembra essere rimasta indietro rispetto ad altre, come quella USA, nella prima metà del 2021. Nonostante ciò, riteniamo ci sia spazio per una ripresa economica nella seconda metà dell’anno e crediamo che la riduzione del PEPP arriverà più avanti nel 2021.

Quando la banca centrale inizierà a fare dei passi indietro, i bond dovranno trovare il loro prezzo di equilibrio e ciò potrebbe implicare rendimenti più elevati e spread più ampi. Anche se sul breve termine, c’è la sensazione che il mercato sia un po’ prematuro nell’anticipare tale sviluppo.

Criptovalute 

I movimenti delle criptovalute continuano ad attirare l’attenzione dei media. Dopo aver toccato i $63.000 ad aprile, i Bitcoin sono scesi fino a $30.000 questa settimana, sulla base dei timori legati al fatto che Tesla stesse voltando loro le spalle e che la Cina stesse cercando di reprimerne l’uso da parte dei suoi cittadini.

Tuttavia, con Musk che twitta ‘diamond hands’ (indicando la sua rinnovata volontà di mantenere invariata la posizione da lui accumulata) abbiamo visto un’inversione di marcia verso i $40.000 in una giornata di trading caotico. Sui mercati regolamentati verrebbero avanzate richieste di avviare un’indagine su tali movimenti, tuttavia le criptovalute per definizione non sono regolamentate.

Come già menzionato, si tratta di un fattore che rema contro i Bitcoin e le criptovalute in generale dal punto di vista ESG, oltre all’impatto ambientale del ‘mining’ e all’idea che queste valute siano usate per finanziare attività nefaste e illegali.

Valute

Sui mercati del forex più in generale, il dollaro ha continuato ad essere scambiato su livelli inferiori rispetto alla scorsa settimana, con il suo indice che minaccia di avvicinarsi ai minimi toccati nel 2018. Con i rendimenti che negli USA si muovono lateralmente, mentre crescono in altri mercati, il biglietto verde è finito sotto pressione, come anche il deficit delle partite correnti. Questo deficit è stato interamente finanziato dagli afflussi nei titoli azionari USA del primo trimestre 2021, ma si teme che continuare a derivare i capitali da altrove possa diventare più complicato via via che le politiche iniziano a cambiare.

In ogni caso riteniamo che la crescita USA supererà quella dei suoi peer globali e che, in ultima istanza, la Fed dovrà inasprire la politica monetaria molto più delle altre banche centrali, visti i trend macro che sono già all’opera. Tutto ciò dovrebbe essere di maggiore supporto per il dollaro nelle prossime settimane.

Di conseguenza, riteniamo abbia senso adottare un approccio cauto prima di saltare sul carrozzone approfittando di un dollaro più debole. Detto ciò, riteniamo che in questa fase sia più facile avere una visione chiara sui mercati dei tassi piuttosto che su quelli valutari. Se i tassi rappresentano il principale driver del dollaro, favorire i trade sui tassi stessi sembra una buona strategia.

Guardando avanti

La prossima settimana dovrebbe essere abbastanza tranquilla sul fronte dei dati in arrivo, ma in seguito ci aspettiamo che aumenterà l’interesse in vista del prossimo report sui posti di lavoro negli USA. Ci si aspetta che i prossimi dati sui Payroll saranno solidi e che, in seguito alla debolezza dei dati del mese scorso, una correzione potrebbe fungere da trampolino per una crescita del fronte più ‘falco’ all’interno del FOMC all’avvicinarsi dell’estate.

Riteniamo anche che la fiducia dei mercati nell’inflazione sarà transitoria e verrà messa alla prova nelle prossime settimane, via via che aumentano le preoccupazioni sul fatto che la portata delle misure di stimolo negli USA abbia creato una bolla di liquidità, che le autorità hanno gestito con una certa compiacenza.

L’attuale mantra delle banche centrali è che abbia senso essere reattivi piuttosto che preventivi sul fronte delle politiche. Tuttavia, è noto che le politiche mostrino gli effetti sull’economia reale con un certo ritardo e questo è uno dei principali motivi per cui si è scelto un approccio preventivo in passato, con l’obiettivo di evitare la necessità di un tightening troppo rapido o aggressivo nel momento in cui diventa evidente che le politiche sono rimaste troppo indietro rispetto alla curva.

Detto ciò, potrebbe sembrare che Jay Powell e i suoi colleghi siano in qualche modo subordinati a Elon Musk, come il vero re delle banche centrali, con i mercati che sembrano contenti di muoversi seguendo i suoi comandi. Speriamo che non finisca tutto in lacrime per lui e i suoi seguaci.