Social is the new green: il capitale umano al centro della performance sostenibile

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Le buone pratiche in materia di risorse umane favoriscono un capitale umano di alta qualità. Questa risorsa unica offre alle aziende un vantaggio competitivo, ma i mercati ne sottovalutano il valore. Investire nel capitale umano guida la produttività e può aumentare la performance economica e finanziaria. Rappresenta anche un elemento essenziale della crescita sostenibile per le aziende che cercano di posizionare il proprio modello di business su una base solida.

Sostenere le principali tendenze che daranno forma all’economia di domani fa parte del DNA del Gruppo Edmond de Rothschild. Siamo stati pionieri degli investimenti tematici lanciando il primo fondo healthcare nel 1985. Abbiamo rafforzato la nostra gamma di fondi tematici nel novembre 2020 con Edmond de Rothschild Fund Human Capital. Basato sui solidi risultati di uno studio proprietario e di un ampio lavoro di ricerca, il fondo riflette la nostra forte convinzione che le società che investono nel capitale umano generino rendimenti superiori nel lungo termine. Riteniamo, inoltre, che le risorse umane abbiano un interesse strategico in quanto la maggior parte dei posti di lavoro nel 2030 non sono ancora stati creati.

Edmond de Rothschild Fund Human Capital è un fondo tematico globale che sfrutta la ricerca accademica, la competenza nello stock-picking e l’investimento responsabile. Il portafoglio, altamente concentrato, riflette forti convinzioni con più di 40 società in portafoglio che sostengono le pratiche del capitale umano rispettando i criteri ambientali, sociali e di governance. La metà delle aziende che selezioniamo hanno eccellenti politiche in materia di risorse umane, mentre l’altra metà opera nel campo dell’istruzione, del trasferimento delle conoscenze e della protezione dei lavoratori. I fund manager esaminano i titoli idonei utilizzando il nostro modello proprietario di rating extra-finanziario per integrare un’analisi finanziaria approfondita. Prestano particolare attenzione al numero di ore di formazione continua fornite ai dipendenti e alle loro stesse valutazioni di soddisfazione. Il fondo cerca di sovraperformare il proprio benchmark (MSCI AC World) nel lungo termine, generando un impatto sociale positivo.

Un tema per il futuro

Per l’OCSE, il capitale umano è “la conoscenza, le abilità, le competenze e gli attributi incorporati negli individui che facilitano la creazione di benessere personale, sociale ed economico. Il capitale umano è una risorsa immateriale che può aumentare o sostenere la produttività, l’innovazione e l’occupazione”. A testimonianza della sua importanza, potenze leader come la Cina e gli Stati Uniti hanno messo l’accumulazione di capitale umano al centro delle loro misure di sostegno economico. Per raggiungere gli obiettivi di crescita della Cina, Pechino ha deciso che il 30% dei dipendenti dovrebbe essere riqualificato entro il 2030. Negli Stati Uniti, l’American Jobs Plan di Joe Biden, un pacchetto di stimolo decennale, mira ad investire centinaia di miliardi di dollari in strutture educative, assistenza all’infanzia, ricerca e innovazione e formazione delle competenze.

La crisi del Covid-19 è stata un vero e proprio crash test per i dipartimenti di risorse umane, sia attraverso la protezione dei lavoratori (disinfettanti per le mani, mascherine e vaccinazioni, ecc.), i piani di continuità aziendale dopo un’impennata del lavoro a distanza, sia gli sforzi per mantenere un buon ambiente di lavoro.

Allo stesso tempo, le tendenze strutturali come l’invecchiamento demografico e il crescente ricorso alle nuove tecnologie hanno incoraggiato le aziende ad investire nel capitale umano per aumentare le prestazioni ed evitare l’obsolescenza. Dopo l’accordo di Parigi del 2015, i protagonisti della finanza responsabile si sono concentrati sulle emergenze ambientali. Ma la crisi pandemica ha fatto tornare al centro della scena i temi sociali come la sanità pubblica, le catene di approvvigionamento, il lavoro, le disuguaglianze e le risorse umane.

Questo riequilibrio delle questioni sociali e ambientali ci riporta agli inizi della teoria dello sviluppo sostenibile come stabilito nel rapporto Brundtland del 1987che sosteneva la necessità di obiettivi di sviluppo intergenerazionali e di un approccio equilibrato alle considerazioni economiche, sociali e ambientali.