All’orizzonte la riforma del Fiscal Compact

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L’indice del sentiment economico all’interno dell’area Euro ha toccato a giugno il suo massimo da circa vent’anni, probabilmente sostenuto da una forte accelerazione delle campagne di vaccinazione in tutto il continente e dalla rapida approvazione del Next Gen europeo. La Commissione europea ha approvato i piani di riforma e d’investimento all’interno dei singoli Paesi in anticipo rispetto al previsto e le prime erogazioni dal bacino di 750 miliardi potrebbero iniziare già alla fine di questo mese, con il nostro Paese in cima alla lista dei beneficiari. Anche se la portata del Recovery Fund europeo non è tale da colmare la flessione della produzione stimata della zona Euro e per affrontare le divergenze strutturali a livello continentale, è difficile sopravvalutarne la rilevanza.

Non solo il Recovery Fund contiene in sè obiettivi a lungo termine (comprese le riforme strutturali e un forte focus sul green), ma è anche finanziato con l’emissione di debito comune, fornendo le premesse per un’ulteriore integrazione fiscale guardando più avanti. Mentre la creazione di un vero e proprio bond europeo è probabilmente ancora un progetto a lungo termine, la crisi pandemica ha costretto a ripensare il quadro fiscale della regione. In particolare, le regole del Fiscal Compact sono attualmente sospese a causa della crisi pandemica e probabilmente subiranno profondi cambiamenti prima di essere reintrodotte nel corso del 2023. La Commissione europea ha dato il via alle discussioni sulla riforma del Fiscal Compact raccomandando una distinzione tra spese correnti ed investimenti pubblici. Il dibattito durerà probabilmente gran parte del 2022 e sarà influenzato dalle prossime elezioni in Germania e in Francia, previste rispettivamente a settembre di quest’anno e nella primavera del 2022.