Cambia il concept del settore alberghiero, l’hotel del futuro è concepito come spazio ibrido che si apre alla comunità locale

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A rivoluzionarsi non sono solo gli uffici. La pandemia che ha interessato il mondo intero nell’ultimo anno ha portato a un profondo cambiamento anche del concept degli hotel che stanno adattando la loro offerta di servizi alle nuove tendenze. L’albergo del futuro non è più standard ma deve essere sinonimo di unicità. È finita l’epoca in cui i grandi brand del settore Hospitality replicavano hotel dal design sterile e molto simili tra loro in giro per il mondo. Il viaggiatore moderno ha bisogno di qualcosa in più e la pandemia lo ha messo in luce. Le persone sono sempre connesse, alla ricerca di esperienze autentiche e sono sempre più sensibili ai temi legati al benessere e alla sostenibilità ambientale. L’hotel del futuro è uno spazio ibrido con una natura polivalente, che mischia servizi di hotellerie tradizionali, ristorazione, intrattenimento e anche di coworking. Si caratterizza per una ricettività aperta alla comunità locale, funzionale anche al miglioramento della redditività dei singoli spazi. Diventa così un luogo che accoglie la città combinando più funzioni e una moltitudine di spazi comuni accessibili sia al turista che soggiorna in hotel, ma anche ai suoi abitanti.

Il nuovo The Hoxton hotel di Roma, brand del gruppo londinese Ennismore, è un esempio del cambiamento che sta attraversando il mercato alberghiero in Italia e nel mondo. Situato in un edificio risalente agli anni ’70, in Largo Benedetto Marcello, 220, nel quartiere dei Parioli, appartiene al fondo immobiliare Beverly Hills di Kryalos SGR. , L’hotel, la cui riqualificazione degli spazi interni ad opera di Tétris Italia è stata conclusa in soli 14 mesi, nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia, riprende il concetto alla base della catena inglese: creare un‘atmosfera in sintonia con il quartiere circostante prendendo ispirazione dai dettagli dell’architettura locale e dal contesto urbano della città che lo accoglie. Il progetto, che porta la firma di Ennismore Design Studio e Fettle Design, per la progettazione degli spazi pubblici, punta a creare uno spazio ricco di design aperto non solo agli ospiti, che potranno assaggiare momenti della vita di quartiere, ma anche a chi la città la vive quotidianamente.

Se in passato l’hotel era solo un luogo dove dormire e la lobby un’area dedicata esclusivamente al check-in, questo non è più sufficiente per il viaggiatore millenial. Le aree comuni, un tempo spazi morti della struttura, diventano il cuore pulsante. Spazi caldi e accoglienti per rilassarsi cominciano a sostituire la natura degli hotel concepiti come meri luoghi di transizione. L’hotel diventa uno spazio aperto a chiunque, per lavorare, rilassarsi, stare in compagnia o partecipare a eventi esclusivi organizzati con il coinvolgimento di artisti locali.

Nel caso di The Hoxton, l’edificio – vincolato dalla sovrintendenza capitolina – è stato completamente riconfigurato modificando la precedente disposizione degli ambienti interni mentre l’involucro esterno esistente è stato preservato e valorizzato. La struttura, che si sviluppa su una superficie di 10.000 mq, conta oltre 190 camere arredate in modo eclettico con pezzi vintage italiani e rifinite con pavimenti in parquet a spina di pesce, boiserie a parete, testiere disegnate su misura e preziosi lampadari originali in vetro di Murano. Ma la vera identità dell’hotel prende vita al piano terra nell’accogliente lobby open-space dal gusto retrò, disposta attorno ad un camino centrale. Opere d’arte contemporanea di artisti romani ed internazionali caratterizzano gli interni ispirati al design italiano degli anni Settanta. Colori sgargianti, arredi su misura, texture e tessuti ricercati risaltano gli eleganti spazi di bar e ristorante aperti tutto il giorno, le zone conviviali e la verdeggiante terrazza a cielo aperto. Completa lo spazio l’area riconfigurabile al piano interrato denominata “L’Appartamento” che ospita meeting ed eventi e vanta cinque sale ad ambientazione domestica che si sviluppano intorno a una cucina comune.

The Hoxton diventa così una destinazione in sé piuttosto che solo un posto dove dormire a Roma. Il consolidamento di questa tendenza per i gestori degli hotel costituisce un fattore molto positivo, perché l’hotel come destinazione attira tanto business dalla comunità locale quanto dai visitatori della città. È una destinazione che rigenera i quartieri e li riconnette alla città e al territorio grazie alle opere di intervento su edifici abbandonati, recupero di edifici storici o su terreni da recuperare. Si mischiamo i flussi di pubblico e privato, servizi notturni e diurni. Si sviluppano anche in base alle necessità di riqualificazione del territorio, arricchendo l’urbanistica rendendo le città più attraenti ma anche sicure.

“Il settore alberghiero sta vivendo una vera a propria rivoluzione. L’hotel tradizionalmente inteso è destinato via via ad adattarsi alle nuove esigenze diventando una Open House e abbracciando un nuovo concept di ospitalità” commenta Philippe Sourdois, Managing Director di Tétris Italia. Per l’attuale generazione di viaggiatori è fondamentale sentirsi parte dell’esperienza e un ambiente dal design accattivante, rilassato e stimolante, che offre un senso di appartenenza al luogo, può diventare la location perfetta per combinare lavoro e piacere.