Cosa ci può insegnare la sfida pensionistica in Asia?

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Il settore pensionistico sta cambiando a livello globale. Nei Paesi dell’OCSE, si prevede che gli uomini andati in pensione nel 2018 potranno godere di un periodo successivo al pensionamento più lungo di quasi due terzi rispetto alle controparti nel 1970. Per le donne, questo lasso di tempo è più lungo del 50% rispetto al 1970. Con l’aumento della durata della vita e una crescente enfasi ai risparmi privati come fonte di reddito, l’adeguatezza delle attuali strategie e dei prodotti d’investimento a fini pensionistici viene messa in discussione. L’Asia ha una delle più alte aspettative di vita post-pensionamento al mondo. Secondo le stime dell’OCSE per il 2020, a Hong Kong, Singapore, Corea e Giappone, in media un uomo di 65 anni può aspettarsi di trascorrere quasi 20 anni in pensione. Per le donne, questa cifra è ancora più alta ed è prossima ai 25 anni. Entro il 2060, si prevede che il periodo successivo al pensionamento in questi Paesi aumenterà di cinque anni.

Un aspetto che caratterizza la sfida posta dal pensionamento in Asia è la propensione a detenere liquidità. Le famiglie in Asia, tra cui Singapore, Giappone e Corea, tendono in proporzione a detenere una maggiore quantità di asset finanziari sotto forma di attività liquide. Ad esempio, a Singapore, il 35,5% degli asset di una famiglia media viene detenuto sotto forma di contanti o depositi, ovvero il doppio delle famiglie statunitensi che in confronto detengono solo il 12,7%. La liquidità non ha il potenziale per crescere di valore, tenere il passo con l’inflazione, o fornire un flusso di reddito significativo, pertanto i prelievi possono esaurire le riserve di capitale in modo abbastanza aggressivo.

Offrire soluzioni d’investimento adeguate come alternativa alla detenzione di liquidità può influire in maniera significativa sui rendimenti. Sebbene l’impatto a breve termine possa sembrare modesto, anche un piccolo aumento del rendimento può avere un effetto significativo sul numero di anni in cui i risparmi di un individuo possono sostenerlo durante il periodo della pensione: una considerazione fondamentale visto l’aumento dell’aspettativa di vita e del tempo trascorso dopo il pensionamento. La ricerca di una soluzione alla sfida pensionistica non si limita soltanto all’Asia. I Paesi di tutto il mondo stanno cercando di capire come sviluppare soluzioni d’investimento affidabili e semplici in grado di supportare i pensionati per periodi di tempo sempre più lunghi.

Negli ultimi anni, i fondi target date sono diventati sempre più popolari negli Stati Uniti. Questi fondi sono progettati per aiutare gli investitori ad assicurarsi migliori risultati pensionistici utilizzando il cosiddetto approccio “to and through” che copre sia la vita lavorativa che la fase dopo il pensionamento. I fondi target date adottano un approccio “glide path” in termini di asset allocation con adeguamenti automatici in base all’età dell’aderente. Questo approccio adattivo cerca di trovare il giusto equilibrio tra crescita, reddito e stabilità nelle fasi fondamentali della vita, affinché si adatti alla maggior parte degli investitori. I fondi target date classici offrono una soluzione “set and forget” (una tantum), con una copertura “lungo tutto l’arco della vita”. Per questo motivo sono diventati una scelta comune per quanto riguarda i piani pensionistici professionali. Tuttavia, viene sempre più riconosciuto il potenziale di questi tipi di prodotti nei piani pensionistici integrativi.

Nonostante un inizio tardivo nell’introduzione di piani pensionistici dedicati, in Asia la loro copertura tra la forza lavoro è elevata. A Hong Kong, il fondo di previdenza obbligatorio copre tutti i dipendenti e i lavoratori autonomi di età compresa tra i 18 e i 64 anni. Il Central Provident Fund di Singapore copre tutti i residenti occupati di Singapore, mentre l’adesione al piano pensionistico obbligatorio del Giappone interessa il 95,4% della forza lavoro. Eppure, il tasso di copertura rappresenta solo una parte del quadro. Secondo il Melbourne Mercer Global Pension Index (2019), il sistema previdenziale di Hong Kong ottiene un punteggio piuttosto basso in termini di livelli di adeguatezza. I punteggi per il Giappone e la Corea sono altrettanto scarsi. Tassi di adeguatezza più elevati, in particolare tra le fasce di reddito più basse, denotano un sistema più solido.

Pertanto, mentre in tutta l’Asia i tassi di adesione ai piani pensionistici sono alti, quelli di adeguatezza potrebbero essere migliorati. Inoltre, la questione dell’adeguatezza potrebbe denotare un maggiore interesse per le soluzioni pensionistiche di previdenza complementare individuale. Ciò che conta per generare risultati che consentano una transizione progressiva degli obiettivi degli investitori è l’adeguamento dinamico dell’asset allocation sottostante. Le soluzioni target date hanno una funzione integrata di glide path in grado di garantire che le esigenze degli investitori, che cambiano nel tempo, si riflettano automaticamente nella struttura del portafoglio. Il glide path tradizionale presenta un’allocazione crescente agli asset obbligazionari e una corrispondente diminuzione dell’esposizione azionaria man mano che l’investitore si avvicina al pensionamento. Questo al fine di ridurre la volatilità e fornire un potenziale di conservazione del capitale.

Tuttavia, l’adozione di un approccio semplice di glide path comporta un limite, ovvero rende difficile allineare gli obiettivi d’investimento con le molteplici esigenze degli investitori. In qualsiasi momento, un investitore avrà più di un obiettivo, e la flessibilità nel combinare una gamma di investimenti per raggiungere questi obiettivi è fondamentale.

All’interno del portafoglio azionario, con l’avvicinarsi del pensionamento aumenta l’enfasi per la conservazione del capitale. Per risolvere questo problema, il portafoglio azionario viene adattato per includere diversi “tipi” di azioni, tra cui quelle con caratteristiche più difensive, solitamente investimenti a più alto rendimento con una storia di minore volatilità. Dopo il pensionamento aumenta anche la necessità di generare reddito. Spostare l’esposizione azionaria verso azioni che distribuiscono dividendi consente di fornire un elemento di reddito, offrendo anche il potenziale per un certo apprezzamento del capitale. Questo è importante se i piani d’investimento devono finanziare una pensione per un periodo di 30 anni o più.

Analogamente, mentre il reddito fisso può essere visto come omogeneo, i ruoli che l’asset class può svolgere sono diversi: diversificazione rispetto alle azioni, flussi di reddito stabili, protezione dall’inflazione, conservazione del capitale, ognuno dei quali può essere d’aiuto in momenti particolari del percorso dell’investitore. Dopo il pensionamento, l’allocazione obbligazionaria si sposta progressivamente verso investimenti con una maggiore qualità del credito e una minore correlazione azionaria, poiché la conservazione del capitale diventa più importante.

Un’ulteriore caratteristica delle soluzioni target date attive che vale la pena esaminare è il valore totale offerto, al netto delle commissioni. Uno studio condotto da Morningstar del 2018 ha dimostrato che la selezione dei titoli è un fattore trainante più forte per i risultati dei fondi target date rispetto all’asset allocation. In effetti, i fondi target date attivi hanno una leva in più a disposizione per creare valore: la selezione dei titoli. Questo si aggiunge alla potenziale creazione di valore attraverso il glide path strategico e i cambiamenti tattici al suo interno. Nel corso della vita di un fondo, i proventi netti della gestione attiva per l’investitore possono superare di molto i risparmi sulle commissioni offerti da un fornitore passivo.

La stragrande maggioranza del patrimonio gestito in fondi target date è costituita da prodotti proprietari, ovvero gestiti da un unico fornitore. Questo approccio è preferibile in quanto gli investimenti sottostanti devono lavorare di concerto per allinearsi con gli obiettivi di investimento. Lo stesso studio Morningstar del 2018 ha evidenziato che alle commissioni più elevate associate ai fondi ad architettura aperta, in cui il gestore seleziona gli investimenti dal mercato in generale, corrisponde spesso una loro sottoperformance rispetto alle strategie target date proprietarie per quanto riguarda il valore offerto agli investitori.