La crescita economica proseguirà ma ad un ritmo più lento

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A luglio gli indicatori economici sono rimasti positivi, facendo ben sperare nella ripresa economica, che dovrebbe proseguire anche se a un ritmo più lento. Il settore dei servizi sta beneficiando delle campagne vaccinali nei Paesi sviluppati e quello manifatturiero continua a crescere. I vincoli sul fronte dell’offerta, dovuti alla forza del rimbalzo e alla specificità della crisi, continuano a pesare sull’economia, ma gli investitori hanno scelto di concentrarsi sui solidi utili delle società e, grazie al calo dei rendimenti obbligazionari, sono ottimisti sui titoli, in particolare su quelli growth.

Un mondo più diviso

La situazione nel mondo è estremamente diversificata. Le campagne vaccinali proseguono speditamente nei Paesi sviluppati, in particolare USA ed Europa, mentre i Paesi emergenti risultano in netto ritardo, il che, in caso di nuove varianti, potrebbe mettere a rischio la riapertura. Inoltre, ci sono alcuni contesti idiosincratici come in Cina, dove il governo ha deciso di adottare severe misure di regolamentazione sulle aziende tecnologiche, pur procedendo con un allentamento monetario generale. Tutto questo pesa ovviamente sui mercati emergenti. Tale ambiente, caratterizzato da incertezza in merito al Covid-19 e sostegno delle principali Banche Centrali, ha indotto una certa cautela tra gli investitori, ma ha anche dettato un calo dei rendimenti obbligazionari nominali sulla scia dei bassi rendimenti reali. Gli istituti finanziari e le banche centrali, come la BCE, la BOJ e la FED, hanno continuato ad acquistare obbligazioni, riducendo il premium a termine.

La ripresa economica ha aiutato le società, che hanno messo a segno utili estremamente solidi. Grazie alla crescita in corso, sostenuta dalla cautela delle Banche Centrali e da un maggiore supporto fiscale nei prossimi anni, il contesto rimane favorevole per le azioni.

Il nostro credo

I rendimenti obbligazionari nominali e reali sono scesi negli ultimi mesi, ma riteniamo che ciò non rifletta il percorso di crescita previsto per i prossimi anni. I dati ISM indicano un’ingente discrepanza tra la situazione economica e i rendimenti a lungo termine.

Inoltre, la Fed potrebbe ridurre leggermente i suoi acquisti di obbligazioni dato il miglioramento dei dati del mercato del lavoro, con un probabile incremento del premio a termine. Anche l’inflazione sembra ancorata a livelli più elevati del previsto e pertanto i tassi a lungo termine dovrebbero aumentare, in particolare negli USA, dove i piani di Biden non sono ancora stati attuati. Allo stesso modo nei prossimi anni verrà implementato in Europa il Next Generation EU. Storicamente, tale contesto favorisce il settore value nonché i titoli europei e giapponesi, che dovrebbero sovraperformare quelli USA. Rimaniamo vigili sui cambiamenti in ambito sociale, e quelli in direzione di un’economia più verde ed equa, che avranno un impatto duraturo sui mercati, influenzando le scelte degli investitori e i margini delle aziende, in base alle capacità di ciascuno di adeguarsi.

Rischi per lo scenario

La diffusione delle varianti deve essere monitorata: anche se i vaccini sembrano efficaci nei confronti delle varianti attualmente esistenti, esse potrebbero influire sulle riaperture, o quantomeno sulla natura della crescita nei prossimi mesi, con una riduzione dei rendimenti di lungo termine. Un altro rischio è costituito dal perdurare dei vincoli sul fronte dell’offerta per un periodo di tempo più lungo del previsto, con la conseguenza di un protrarsi dell’inflazione e una stretta sui margini societari. Gli investitori potrebbero essere meno a proprio agio di fronte a uno scenario “goldilocks”, con un’inflazione transitoria associata a una crescita solida e duratura.

La nostra attuale strategia multi-asset 

La liquidità dei mercati è scarsa durante la stagione estiva e ciò potrebbe portare a una certa volatilità. Abbiamo pertanto deciso di coprire il rischio del portafoglio azionario globale facendo ricorso a un certo grado di protezione sulle azioni europee, in modo da ottenere una posizione neutrale rispetto ai titoli obbligazionari. Per quanto riguarda questi ultimi, rimaniamo sottopesati sui titoli di Stato per via dei bassi rendimenti attuali.
Nel lungo periodo continuiamo a credere nella possibilità un’ampia ripresa, con un aumento sia dell’inflazione che dei rendimenti, che dovrebbe andare a beneficio del settore value. In tale contesto rimaniamo positivi sulle azioni europee, giapponesi e sulle small cap, nonché su alcuni mercati emergenti, sulle A-Share cinesi (orientate al mercato interno) e sui titoli dell’America Latina.