Petrolio, per i sauditi ad ottobre si va verso taglio di un dollaro al barile

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L’avanzare delle campagna di vaccinazione ha favorito la ripresa della domanda di petrolio, con la quotazione del Brent che è salita dai $51 al barile di inizio 2021 a circa $72. Inoltre, i principali esportatori hanno aumentato la produzione, ma alcuni stanno pianificando di agire anche sul livello dei prezzi, come ad esempio l’Arabia Saudita. Sulla base delle informazioni contenute in un documento finanziario di Saudi Aramco, a partire da ottobre sui mercati asiatici verrà effettuato un taglio di almeno un dollaro al barile.

Da un lato, il Paese sta riscontrando una domanda inferiore del previsto, per via della variante del virus, mentre dall’altro vorrebbe mantenere il controllo sulle proprie quote di mercato. In questo contesto alcuni analisti vedono il PIL prodotto dal petrolio in lieve calo quest’anno, con una contrazione attesa dello 0,7% circa. L’economia dello Stato arabo, tuttavia, sta diversificando le proprie fonti di crescita e risulta interessante osservare come la componente del PIL non generata direttamente dal settore petrolifero stia assumendo una maggiore importanza. Nel 2021 tale componente dovrebbe registrare un tasso di incremento atteso del +3,5% e nel corso dell’anno una buona parte delle riforme previste dal piano “Vision 2030” hanno preso il via. Tra le più recenti, vorremmo porre l’accento sulla nuova politica sul Real Estate. L’iniziativa del Governo ha introdotto incentivi a favore delle coppie sposate per l’acquisto di una nuova casa, favorendo un aumento dello stock totale di mutui a $ 110 miliardi al termine del primo semestre 2021, in crescita del +54% anno su anno. Non sorprende che, dunque, il settore bancario saudita stia performando particolarmente bene, con il Saudi Banking Index (l’indice azionario di riferimento) che è aumentato del +46% da inizio anno. L’Arabia Saudita sta così dimostrando di avere dei margini di crescita interessanti e può contare anche sulle risorse del proprio fondo sovrano, uno dei più grandi al mondo con i suoi $ 430 miliardi circa. A gennaio, il PIF (Public Investment Fund) ha presentato una strategia quinquennale con l’ambizioso duplice obiettivo di raddoppiare la propria dimensione e di creare 1,8 milioni posti di lavoro.