Ecco perché non vedremo una reazione negativa al dato sull’inflazione!

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L’inflazione cinese ha raggiunto il massimo da 13 mesi in ottobre e i prezzi alla produzione hanno superato il 13%. E più tardi nella giornata di oggi, i dati sull’inflazione degli Stati Uniti probabilmente confermeranno un ulteriore surriscaldamento dei prezzi al consumo americani anche per il mese scorso.

Un consenso di stime degli analisti indica che l’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti potrebbe essere aumentato al 5,8% in ottobre dal 5,4% registrato un mese prima. Il trend positivo dell’inflazione è un po’ troppo dinamico per definirlo “transitorio” e non sappiamo nemmeno quando si stabilizzerà. Le banche infatti hanno smesso di definirla tale molto tempo fa, e ora, potrebbe succedere qualsiasi cosa!

Ma la cosa interessante è che le colombe della Federal Reserve (Fed) trovano ancora il modo di rimanere al comando del mercato. L’ultima notizia che Lael Brainard si è recata per un “colloquio di lavoro” alla Casa Bianca per diventare il prossimo Presidente della Fed sta fornendo alle colombe un discreto impulso al momento, poiché Brainard è vista come un candidato più accomodante di Jerome Powell.

Ma cosa potrebbe fare? Certamente non può fermare il tapering del QE, non può abbassare i tassi di interesse e non può nemmeno respingere le aspettative di aumento dei tassi con l’inflazione che sale a tale velocità.

Una cosa è certa, l’aumento dell’inflazione non sembra inasprire l’umore del mercato tanto quanto successo un paio di mesi prima, poiché gli investitori sono ben consapevoli che la Fed continuerà a chiudere un occhio sul problema, indipendentemente da chi prenderà il timone a febbraio. Pertanto, potremmo non vedere una reazione negativa del mercato al surriscaldamento dell’inflazione.

È anche importante notare che i rendimenti reali sono sottoposti a una discreta pressione e che gli asset a basso rischio e basso rendimento ora hanno rendimenti sempre più negativi se adeguati all’inflazione. I rendimenti reali negativi fanno sembrare i mercati azionari l’unica alternativa per affrontare l’aumento dell’inflazione, oltre alle criptovalute, ovviamente!