Variante Omicron e mercati: cosa dobbiamo aspettarci?

-

Fino a pochi giorni fa, l’andamento della pandemia di Covid-19 in Europa non era incoraggiante, ma era comunque diffusa la speranza che questo virus diventasse endemico in breve tempo, grazie a una nuova ripresa delle vaccinazioni, ai richiami e alla diffusione di medicinali antivirali. Sebbene questo scenario non sia ancora del tutto da scartare, l’arrivo di una nuova variante lo ha reso ancora meno probabile.

Ovviamente, noi di LGIM non siamo virologi e nemmeno epidemiologi, ma sentiamo di poter fare alcune considerazioni sul virus.

L’insorgere della variante B.1.1.529, ribattezzata “Omicron”, è nella fase iniziale e i dati in nostro possesso sono ancora scarsi, ma sembra che questa sia in grado di diffondersi più rapidamente rispetto a quanto visto con la variante Delta in Sud Africa; inoltre, presenta molteplici mutazioni, che in altre varianti sono state associate a una trasmissibilità maggiore e alla capacità di sfuggire alle immunizzazioni.

Le domande a cui è necessario dare una risposta immediata sono:

  • È più contagiosa?
  • È più letale o comunque aumenta la probabilità di ospedalizzazione?
  • I vaccini e i trattamenti antivirali sono comunque efficaci? Se sì, in che misura?

Un altro aspetto da monitorare attentamente è la reazione dei policymaker. Per le principali banche centrali è relativamente semplice prendere tempo e non modificare niente dei loro piani attuali, dato che i tassi d’interesse sono già a zero. Un po’ più complicata è la situazione della Banca d’Inghilterra, dato che il mercato si aspettava un incremento dei tassi per dicembre, mentre è cruciale che la Federal Reserve in questo mese non velocizzi il suo processo di tapering.

Anche il supporto fiscale non dovrebbe essere diverso rispetto a quello osservato durante le precedenti ondate della pandemia. In Europa, le ultime settimane hanno dimostrato che i Paesi che stanno aumentando le restrizioni sono altrettanto disposti a rinnovare le misure di sostegno fiscale come in precedenza. Negli Stati Uniti, il fatto che i democratici abbiano il controllo sia della Camera che del Senato – e con le elezioni in arrivo a novembre 2022 – dovrebbe rendere più facile ottenere il consenso per sostenere l’economia rispetto al 2020.

Proprio perché molti Paesi europei hanno già iniziato a adottare misure restrittive in vista dell’ondata invernale, l’avvento di una nuova variante potrebbe accelerare il processo; ma per gli Stati Uniti la situazione è diversa, in quanto la Omicron potrebbe causare un inasprimento molto più forte dello status quo. Infine, le misure estremamente severe adottate in Cina potrebbero essere più difficili da mantenere nel caso di una variante più contagiosa.

Anche l’obbligo vaccinale è diventato sempre più probabile in molte nazioni europee e la nuova variante potrebbe dare ulteriore stimolo a questa misura, che potrebbe non avere grossi impatti economici nel breve periodo, ma rappresentare un elemento di vantaggio nel 2022.

È chiaro che la sensibilità dei mercati a notizie riguardanti la pandemia rimarrà alta, ma la nostra linea di pensiero è che la loro debolezza nei confronti della variante Omicron, così come verso le tensioni geopolitiche, potrebbe rappresentare un’opportunità per accrescere la dose di rischio in portafoglio.