Private debt, l’attenzione all’ESG continua a crescere tra i prestatori diretti
Il mercato è stato molto vivace da inizio anno, sull’onda dell’ottimismo derivante dalla campagna vaccinale nel Regno Unito e nell’Europa continentale, insieme alle politiche di riapertura delle economie. Il flusso delle transazioni è ai massimi storici in tutta Europa, anche in quella meridionale dove i paesi erano tradizionalmente visti come territori difficili per gli investitori a causa del contesto legale meno favorevole ai creditori. Ci si aspetta che questo trend continui nel 2022, anche se i casi di Covid ricominciano ad aumentare in tutta Europa e alcuni paesi tornano in isolamento.
Con un significativo potenziale disponibile nelle casse dei prestatori, la competizione sulle transazioni continuerà a essere intensa anche il prossimo anno. I prestatori unitranche vorranno riconquistare quote di mercato dalle banche competendo sulle strutture dei prestiti e il mercato si aspetta che la leva finanziaria continui ad aumentare in questo segmento, possibilmente sopra 7,5x. Vedremo se questa strategia sarà vincente, ma ci aspettiamo che attragga mutuatari nei settori più ciclici dell’economia che vorranno beneficiare di termini più flessibili per proteggersi in caso di futura recessione. Le società di private equity cercheranno inoltre di aumentare la leva finanziaria sulle transazioni al fine di migliorare i ritorni dei loro investimenti, ciò dovuto a multipli di valutazione sempre più elevati che rendono il loro costo di acquisizione più elevato per gli investimenti.
Nello spazio senior-secured, i ritorni dovrebbero rimanere stabili. Il segmento è controllato dalle banche che non possono ridurre i rendimenti a causa dei vincoli sul ritorno del capitale, mentre le unitranche non sono in grado di abbassare i rendimenti dei prestiti senior secured a causa dei propri obiettivi di rendimento. Nel lungo termine, a causa della continua competizione, vediamo però una diminuzione dei rendimenti nello spazio unitranche, anche se questa sarà marginale perché la competizione non si concentrerà sul prezzo, ma sui termini del prestito. L’aumento delle pressioni sulle catene di approvvigionamento, che ha messo in discussione il modello “just in time” di molte società europee, rimane un fattore di rischio per il futuro. L’aumento del prezzo del petrolio e del gas, unito alla riduzione del sostegno governativo sulla scia della riapertura delle economie europee, potrebbe anche avere un impatto sulla qualità del credito e queste saranno potenziali aree di rischio per il 2022.
L’attenzione all’ESG continua a crescere tra i prestatori diretti. Gli istituti di credito che hanno adottato un approccio basato sulla ricompensa, premiando cioè i mutuatari che adottano comportamenti ESG virtuosi con una riduzione degli interessi sui prestiti, spingeranno la riduzione potenziale dei rendimenti dei prestiti, dagli attuali 5pb a 15pb, fino a valori più significativi. Questo è il risultato diretto della crescente convinzione sul mercato che queste minime riduzioni dei rendimenti dei prestiti non garantiscano miglioramenti dei comportamenti ESG. Noi crediamo sia più efficace un approccio incentrato sulla documentazione dei cambiamenti richiesti in ambito ESG, piuttosto che sulla loro incentivazione.
Anche se ci si aspetta un mercato molto vivace nel 2022, tutti i partecipanti sono consapevoli dell’incertezza e dei rischi potenziali. Continuiamo a vedere valore per il 2022 nei paesi del Nord Europa, più favorevoli ai creditori, nonostante le attuali incertezze relative alla possibile riduzione del sostegno governativo ai mutuatari, che potrebbe avere un impatto sulla qualità del credito. Allo stesso modo, i prestiti senior secured sono l’area chiave di attenzione in un mercato che richiede disciplina nelle pratiche di prestito.