Stretta monetaria e rendimenti obbligazionari al rialzo: inizio di un nuovo ciclo economico?

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Il tempo della Pax Americana è terminato da un po’, finisce la globalizzazione come l’abbiamo conosciuta negli ultimi quattro decenni e sembra finire il tempo dei rendimenti negativi.

Il valore delle obbligazioni globali con rendimenti sotto lo zero era di circa undici trilioni di dollari, ora si stima ne restino meno di tre, il rendimento del decennale americano è tornato a sfiorare il 3%, il decennale tedesco è vicino all’1%, un livello che non toccava dal 2015.

Ma è finito anche il tempo del linguaggio obliquo, quando Alan Greenspan si rivolgeva ai giornalisti dicendo “se pensate di aver capito quello che ho detto, non sono certo che ciò che avete sentito sia davvero ciò che intendevo”.

Pochi giorni fa, in vista delle celebrazioni del 25 Aprile, il presidente Mattarella ha usato toni insolitamente diretti, con parole affilate ha rievocato il contesto storico della Festa di Liberazione facendo giustizia di qualche ambigua opacità. Altrettanto schietto è stato Jay Powell, lontanissimo dai toni oracolari di Greenspan. “Credo sia appropriato muoversi un po’ più in fretta” ha detto il presidente della Fed “prenderemo queste decisioni alla riunione e via via riunione per riunione, ma direi che 50 punti base saranno sul tavolo per maggio”.

Powell e i suoi colleghi del Comitato Federale che governa i tassi sono unanimi nel dichiarare urgente, per la banca centrale, la necessità di azioni a contrasto dell’inflazione più alta degli ultimi quarant’anni. Il presidente della Fed ha ricordato che la stabilità dei prezzi è l’indispensabile pre-condizione per il buon funzionamento delle economie.

I mercati si sono rapidamente adeguati, i prezzi ora scontano tre aumenti di mezzo punto ciascuno nelle prossime riunioni poi, da luglio, gli aumenti torneranno al consueto quarto di punto, i prezzi sembrano indicare per fine anno un livello del tasso ufficiale americano a 2,7%. Nello stesso seminario ospitato dal Fondo Monetario, Christine Lagarde ha usato parole più concilianti.

Nonostante i prezzi scontino nell’Eurozona il ritorno dei tassi allo zero per dicembre, la presidente ha spiegato che la Banca Centrale Europa è alle prese con un’inflazione dominata principalmente dai prezzi dell’energia, i rischi di recessione sono più concreti, la banca deve muoversi in modi più graduali e flessibili.

I rendimenti salgono e intanto le società hanno cominciato a rendere noti i risultati del primo trimestre: circa l’80% delle società che hanno comunicato i dati batte le aspettative ma il campione è ancora troppo limitato per avere qualche utilità.