Azionario: pesa la paura di un’escalation della guerra, le trimestrali non bastano

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I mercati azionari europei hanno dovuto affrontare molti venti contrari ad aprile. A livello geopolitico, la guerra in Ucraina si sta impantanando mentre continua l’escalation verbale. A livello sanitario, la politica “zero Covid” della Cina sta portando a lockdown impressionanti e al perdurare dei problemi logistici globali che colpiscono fortemente alcuni settori. A livello economico, infine, l’inflazione continua a sorprendere al rialzo, giustificando la stretta monetaria della Federal Reserve e il rafforzamento del dollaro. Le pubblicazioni trimestrali, che sono piuttosto di buona qualità, hanno consentito ai mercati europei di moderare i ribassi.

Le buone trimestrali non bastano

Anche sul mercato italiano, come su tutti i mercati europei, hanno pesato le preoccupazioni per un intervento più aggressivo da parte delle banche centrali, il rialzo dell’inflazione, e la paura per una possibile escalation del conflitto in Ucraina.

Nel mese di aprile i settori difensivi come le utility e i beni del consumo di base hanno giocato il loro ruolo di settori “rifugio”. I titoli dell’energia hanno approfittato ancora di un contesto di prezzi elevati. Al contrario, nonostante i buoni risultati trimestrali, i titoli tecnologici e del consumo di beni durevoli, maggiormente sensibili al ciclo economico, sono stati venduti sotto la pressione dell’aumento dei tassi a lungo e dell’inflazione, che pesano sui multipli di valutazione e sulle prospettive di consumo.

Occhi puntati su evoluzione dell’inflazione e aumento dei tassi

Nelle prossime settimane, al di là delle possibili ripercussioni della guerra in Ucraina, in particolare sulle forniture di gas all’Europa, l’evoluzione dell’inflazione e l’entità dell’aumento dei tassi al di là dell’Atlantico dovrebbero essere il principale focus degli investitori.

Le due variabili inflazione e tassi rimangono fondamentali nel determinare la politica monetaria e continueranno a dettare l’andamento dei mercati azionari. La volatilità dovrebbe rimanere elevata in questo periodo di tensione e scarsa visibilità.

Le forti rotazioni tra growth e value potrebbero continuare fino a quando le prospettive di crescita e le aspettative d’inflazione non si stabilizzeranno.

Riteniamo quindi più che mai opportuno mantenere un portafoglio equilibrato, limitando i pregiudizi di fattore e/o stile. Continuiamo ad essere selettivi nella scelta dei titoli e, pur continuando a privilegiare le società che offrono un reale potenziale di crescita del fatturato e/o dei margini, siamo anche alla ricerca di società che abbiano avviato un processo di trasformazione credibile del loro modello economico offrendo la prospettiva di un aumento della redditività e un potenziale di rivalutazione.