AXA Investment Managers: Francia: tra avanzata del Rassemblement National e debito pubblico

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L’esito delle elezioni francesi rimane molto incerto. Le intenzioni di voto stanno gravitando verso i tre blocchi principali, poiché coloro che sono legati a famiglie politiche più piccole probabilmente vogliono far valere il loro voto, e il Rassemblement National (RN) mantiene una posizione dominante. Altri sondaggi che forniscono proiezioni sui seggi avvicinano il RN alla soglia di maggioranza, ma a giudicare dai sondaggi un parlamento privo di una maggioranza rimane l’esito più plausibile. Molto dipenderà da quanti candidati qualificati dei partiti governativi storici in terza posizione al primo turno decideranno di ritirarsi dal secondo turno per contenere l’estrema destra.

L’annuncio da parte della Commissione Europea che la Francia, insieme ad altri sette Stati Membri, è tornata sotto la “Procedura per Deficit Eccessivo” (EDP) – anche se finora non ha avuto un grande impatto sugli spread – è un’altra occasione per rendersi conto che è necessaria un’azione correttiva per evitare una grave deriva del debito pubblico. Questo è un punto cieco nell’attuale dibattito in Francia, che si organizza intorno alle proposte “moderatamente prodighe” e “molto prodighe” delle due forze politiche in testa ai sondaggi. Tra l’altro, il fatto che anche l’Italia sia di nuovo sotto Procedura per Deficit Eccessivo dovrebbe ricordare che il “progetto Meloni”, spesso utilizzato per delineare quello che potrebbe essere l’approccio economico di un governo a guida Rassemblement National in Francia, non è ancora stato testato per un inasprimento fiscale potenzialmente deleterio sotto lo stretto monitoraggio dell’Ue.

I prezzi delle azioni delle banche francesi sono leggermente migliorati rispetto al minimo del 14 giugno. Fortunatamente, la loro esposizione al debito sovrano è ridotta rispetto, ad esempio, alle loro controparti italiane. Tuttavia, prima della Grande Crisi Finanziaria del 2008, le banche francesi e italiane avevano livelli di esposizione molto simili. L’esperienza acquisita durante i “brutti vecchi tempi” dei primi anni 2010 suggerisce che seguire la “via italiana” e far sì che le banche locali assumano una quota crescente del debito pubblico locale, sebbene sia comprensibile dal punto di vista della stabilità finanziaria, può diventare tossico dal punto di vista economico, visto che affossa i prestiti al settore privato e deprime la crescita tendenziale. C’è spazio interno per assorbire il debito francese, ma l’utilizzo di questo spazio comporterebbe comunque un costo macroeconomico.