Come rafforzare il modello sociale e produttivo europeo

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Rafforzare il modello sociale e produttivo europeo richiede un approccio integrato che consideri vari aspetti, tra cui politiche economiche, sociali, ambientali e tecnologiche. Uno degli elementi più importanti è il finanziamento per la ricerca scientifica e tecnologica cui si affianca la digitalizzazione delle imprese e dei servizi pubblici per migliorare l’efficienza e la competitività. Altro punto base è la cooperazione internazionale: sviluppare politiche comuni in settori strategici come la difesa, la sicurezza e la gestione delle migrazioni. Adottare politiche fiscali che stimolino la crescita economica e ridistribuiscano equamente le risorse. Rafforzare il mercato unico europeo per migliorare la competitività e facilitare gli scambi commerciali tra i Paesi membri.

Le politiche del lavoro

Un modello di flessibilità del lavoro combinato con una forte sicurezza sociale per bilanciare le esigenze delle imprese e dei lavoratori, quello che oggi si definisce flexicurity fusione di flexibility di security. E’ un modello di stato sociale basato su una politica proattiva di gestione del mercato del lavoro: permetterebbe di migliorare le condizioni di lavoro e garantire salari dignitosi per tutti i lavoratori. Duplice obiettivo da una parte è rafforzare il welfare state per garantire protezione sociale, dall’altra ridurre le disuguaglianze e promuovere politiche di inclusione per integrare gruppi vulnerabili nel mercato del lavoro e nella società.

La sostenibilità ambientale

Favorire un’economia circolare che riduca gli sprechi e ottimizzi l’uso delle risorse. Investire in energie rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica per ridurre le emissioni di CO2. In Paesi come l’Italia, gli eventi fisici estremi, dalle alluvioni alle frane, rappresentano una seria minaccia anche a livello sociale e finanziario. La transizione climatica è la principale tra le cause del dissesto idrogeologico: per le aziende ad alto rischio fisico (oltre l’8%, concentrate soprattutto in Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Valle d’Aosta e lungo tutto l’Appennino) si prospetta al 2050 una crescita dei costi annui per la ricostruzione di impianti e strutture pari all’1,6% dell’attivo e dei premi assicurativi fino al 3% del fatturato.

Intervista all’economista Alessia Potecchi

Stiamo vivendo una fase di importanti trasformazioni: la crisi climatica, le guerre alle porte dell’Europa, la frammentazione geopolitica e geoeconomica, la rivoluzione tecnologica e l’Intelligenza Artificiale stanno cambiando l’economia mondiale, le catene globali del valore, i flussi commerciali e di investimento. Dobbiamo decidere quale Europa vogliamo e su quali valori vogliamo investire, la partita si giocherà soprattutto sui temi economici, il fisco, i programmi finanziari, il completamento del Mercato Unico Bancario il tema della pace”.

Come riaffermare il modello sociale europeo?

“L’Unione Europea è il luogo dove esprimere e realizzare l’interesse nazionale, dove l’Italia deve dialogare con gli altri grandi Paesi che si pongono sulla frontiera più avanzata dell’integrazione. Occorre rinvigorire il modello sociale europeo per costruire un’Europa che abbandoni definitivamente l’austerità e gli egoismi nazionali per riconoscersi in una comunità di destino con la costruzione del cosiddetto pilastro sociale dell’Unione che garantirà passi in avanti per rimettere al centro la persona, il lavoro e cogliere le migliori opportunità della transizione verde e digitale, che ponga attenzione alle donne grazie al rafforzamento del dialogo sociale e della contrattazione collettiva. Serve molto più coraggio, ritrovare la strada che ha dato vita al Next Generation EU, non possiamo permettere che questa esperienza termini”.

I risultati delle recenti elezioni europee rischiano di spostare l’attenzione da questi temi?

“Le destre nazionaliste si oppongono con forza a questi programmi di solidarietà, è nella loro storia e nel loro DNA, vorrebbero tornare indietro, vorrebbero arretrare e sono in forte imbarazzo dinnanzi a queste decisioni. È necessario rendere strutturali i programmi di investimento comuni introdotti come risposta alla pandemia, tali programmi non devono essere considerati solo un fattore emergenziale ma devono costituire la spinta per mettere in campo nuove risorse per favorire investimenti comuni sulla transizione ecologica e digitale e sui beni pubblici europei”.

In Europa è anche un fatto di governance?

“La governance economica deve contribuire fattivamente a costruire un’Europa sociale, democratica e sostenibile, che sostenga decisamente le persone e le realtà interessate alle grandi trasformazioni della conversione ecologica e digitale. È urgente puntare alla creazione di un fisco comune per costruire le basi sociali dell’Unione e superare un’impostazione che dà ancora prevalenza in particolare ai contributi nazionali.

Non è facile, è un percorso complesso e delicato l’armonizzazione di 27 sistemi tributari diversi ma è un cammino che è necessario percorrere con competenza, serietà e lungimiranza. Vanno eliminate con programmi seri le disuguaglianze territoriali, geografiche e generazionali. Uno degli obiettivi della prossima legislatura deve essere il completamento e la modernizzazione del mercato interno, è una priorità fondamentale per rafforzare il modello sociale e produttivo europeo.

Abbiamo esigenze di iniziative di cambiamento, ci muoviamo a passo molto lento. La governance, per esempio: bisogna trovare delle soluzioni per modificare gradualmente un sistema in cui il Parlamento conta poco e l’unanimità blocca le decisioni e bisogna fare dei passi in avanti per evitare i nazionalismi dei singoli Paesi, gli egoismi di parte, le chiusure che sono ancora molto forti. Bisogna recuperare la solidarietà, la coesione, lo spirito di iniziativa comune, l’indebolimento del welfare può creare delle debolezze pericolose, dei fattori negativi. Dobbiamo con maggiore forza testimoniare e realizzare una nostra identità e riuscire a essere competitivi per non soccombere con le altre potenze che preponderanti si affacciano sulla scena”.