Relazione annuale dell’IVASS, un sistema assicurativo “in salute”
L’ Ivass ha presentato la Relazione annuale che conferma la solidità della situazione patrimoniale del settore assicurativo.
Alla fine dell’anno scorso l’indice di solvibilità medio delle compagnie italiane si attestava al 258 per cento, in aumento di 12 punti rispetto all’anno precedente, e in linea con la media europea; secondo le rilevazioni mensili, esso è rimasto sostanzialmente stabile nei primi mesi del 2024.
Dopo la considerevole riduzione del 2022, il risultato di esercizio e il ROE, rispettivamente pari a 8 miliardi di euro e al 10,5 per cento, sono tornati su valori prossimi a quelli pre-pandemici.
In particolare il comparto Vita, che l’anno scorso aveva registrato una leggera perdita, quest’anno è tornato a produrre un utile significativo.
Anche per l’esercizio 2023, viene ricordato, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha esteso la facoltà concessa alle imprese di assicurazione di sterilizzare temporaneamente nel bilancio di esercizio le minusvalenze latenti presenti nel portafoglio investimenti non durevoli, nonché quella di tener conto, per la distribuzione dei dividendi, della quota delle minusvalenze sospese riferite alle Gestioni separate ritenute contrattualmente ribaltabili sui sottoscrittori delle polizze. L’esercizio di tale facoltà ha consentito di sterilizzare minusvalenze per circa 7 miliardi, per la gran parte nel ramo Vita.
Nei rami Vita, nel corso del 2023 il rialzo dei tassi ha continuato a incentivare il ricorso al riscatto delle polizze da parte degli assicurati più sensibili ai rendimenti, attratti dalla possibilità di beneficiare di alternative di investimento più redditizie. Mentre i riscatti sono cresciuti del 63 per cento, la raccolta premi è diminuita del 3 per cento circa.
Ciononostante, la redditività del comparto (ROE) è migliorata, passando – come si è detto – da un valore leggermente negativo al 12,6 per cento, anche grazie al recupero delle quotazioni di mercato degli attivi.
La dinamica delle estinzioni anticipate è stata influenzata tra l’altro dalla natura dei canali distributivi usati da ciascuna compagnia, e varia a seconda del valore delle polizze.
La Autorità di Vigilanza rimarca come benché le azioni di presidio della liquidità poste in essere delle compagnie, anche su impulso formale o informale dell’Ivass, si siano rivelate nel complesso efficaci, l’esperienza degli ultimi due anni ha messo in evidenza i rischi connessi ad alcuni modelli di business Vita. In presenza di rendimenti garantiti e facoltà di riscatto senza penalità, non possono che crearsi tensioni quando mutano le condizioni di mercato. Correttivi strutturali sono perciò necessari.
Starà alle compagnie ripensare l’offerta di prodotti, calibrando meglio gli aspetti contrattuali, sia quelli che riguardano la struttura delle garanzie offerte e i connotati di liquidità delle polizze, sia quelli che attengono agli incentivi presenti nel rapporto con i distributori
L’Ivass continuerà a riflettere sugli strumenti, anche normativi, che possono contribuire ad accrescere la stabilità e l’efficienza dei prodotti Vita, valorizzando il contenuto di protezione tipico del rapporto assicurativo.
Quest’ultimo, tra l’altro, ne giustifica il regime legale di favore: un aspetto che sembra acquistare sempre maggiore importanza anche nell’orientamento della giurisprudenza. L’esperienza altrui può costituire un punto di riferimento. I
In alcuni paesi europei, per esempio, si calibrano i benefici fiscali previsti per i prodotti assicurativi in funzione della durata dell’impegno contrattuale assunto, dell’importo del premio o del tipo di prestazione.
Si solleciterà un confronto con l’industria, gli intermediari e i consumatori, con l’obiettivo di mettere le nostre valutazioni a disposizione del Governo e del Parlamento. La sostenibilità del modello di business Vita si fonda anche sull’offerta di prodotti che generino valore per il cliente in misura adeguata; diversamente, la clientela finirebbe con l’essere sospinta verso altre forme di impiego dei risparmi.
Nei rami Danni, la raccolta diretta è aumentata per il terzo anno consecutivo (6,6 per cento), raggiungendo i 38 miliardi di euro.
Di particolare interesse la prosecuzione della crescita delle coperture per i rischi diversi dall’assicurazione obbligatoria per la r.c. auto; questa tendenza sta contribuendo ad attenuare il divario nella copertura di tali rischi che si osserva in Italia rispetto alla media dell’OCSE.
Tra il 2014 e il 2023 l’incidenza complessiva dei comparti salute (malattia e infortuni) e property (incendio ed elementi naturali, nonché altri danni ai beni) è salita dal 32 al 40 per cento, un valore ormai prossimo a quello del comparto auto (42); all’interno di quest’ultimo, nello stesso periodo la quota della copertura obbligatoria è scesa di oltre 10 punti percentuali, al 75 per cento.
Il ROE del comparto Danni è diminuito nell’anno appena trascorso dal 9 all’8 per cento, un valore che rimane pressoché in linea con la media dell’ultimo decennio.
L’aumento del costo nominale dei risarcimenti dovuto all’inflazione nonché l’infittirsi dei danni legati a eventi climatici hanno avuto un impatto significativo sull’onere dei sinistri. Dato che i premi si adeguano con ritardo, è salito di 14 punti percentuali il rapporto tra sinistri e premi (dal 62 al 76 per cento); si è portato al 105 per cento, al lordo della riassicurazione, il combined ratio, che tiene conto anche delle spese di gestione. Il contributo della riassicurazione ha consentito di mantenere il valore di quest’ultimo indicatore, al netto, appena al di sotto del 100 per cento.
Dopo dieci anni di diminuzioni, dalla seconda metà del 2022 l’inflazione ha cominciato a spingere verso l’alto i premi della r.c. auto. Alla fine del 2023 i prezzi delle relative polizze erano cresciuti del 7,9 per cento rispetto a un anno prima. La crescita è proseguita nei primi mesi del 2024; sta ora rallentando. A maggio il premio medio è stato pari a 400 euro, un valore che resta peraltro, seppure di poco, inferiore a quello dell’anno precedente la pandemia. Ci si attende che la tendenza al rallentamento prosegua nei prossimi mesi.