Economia USA: Wall Street continua a perdere terreno nonostante i dati economici solidi. Atteso oggi l’indicatore dell’inflazione preferito dalla Fed

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I dati solidi di ieri sul PIL statunitense del secondo trimestre hanno influito poco sulla stabilizzazione dei mercati, con Wall Street che ha registrato la terza giornata consecutiva di ribasso, in gran parte condizionata dai risultati deludenti del settore tecnologico. Il Nasdaq Composite è sceso dello 0,9% alla fine della seduta di giovedì, portando la perdita settimanale a oltre il 4%. Anche l’S&P 500 è calato dello 0,51% alla chiusura di ieri, estendendo le perdite settimanali al 2,6%.

Giovedì gli Stati Uniti hanno registrato un secondo trimestre stellare: l’economia è cresciuta a un tasso annualizzato del 2,8%, ben oltre le previsioni del 2,0%, attenuando le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale. Questi dati, trainati in gran parte dalla spesa dei consumatori e dall’aumento degli investimenti privati, contrastano nettamente con la crescita dell’1,2% registrata nel T1 2024. I dati economici positivi hanno dato una spinta all’indice Russell 2000 delle società più piccole, che giovedì ha chiuso in rialzo dell’1,26% e nell’ultimo mese è salito del 10,15%.

In passato, i dati sull’inflazione di giugno, inferiori alle attese, hanno rafforzato la fiducia degli investitori nel fatto che l’economia statunitense sia sulla buona strada per raggiungere lo scenario “Goldilocks”, in cui l’inflazione rallenta senza innescare una recessione.

Oggi gli investitori seguiranno da vicino l’indice dei prezzi PCE core di giugno, l’indicatore dell’inflazione privilegiato dalla Fed, che sarà pubblicato alle 14.30 ora italiana. L’indice, che esclude i prezzi volatili di cibo ed energia, dovrebbe aumentare dello 0,1% su base mensile a giugno, eguagliando il dato di maggio. Si prevede inoltre che l’indice dei prezzi PCE cresca a un tasso annuo del 2,5%, leggermente inferiore al precedente 2,6%, ma comunque superiore all’obiettivo del 2% fissato dalla Fed. I dati attesi sono in linea con le recenti dichiarazioni del Presidente della Fed Jerome Powell, che ha adottato un atteggiamento leggermente dovish, rafforzando le aspettative di due tagli dei tassi di interesse prima della fine dell’anno.