Rapporto sulla corporate governance delle società italiane quotate, il ruolo degli investitori istituzionali

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E’ stato pubblicato dalla Consob  il Rapporto sulla corporate governance delle società italiane quotate.

Si conferma l’elevata concentrazione proprietaria e la scarsa contendibilità del controllo delle società.  Con riguardo alla concentrazione proprietaria, la quota del primo azionista risulta in media pari al 49%, in linea con il valore registrato nel 2021 e in lieve aumento rispetto al 2011, quando era pari al 46% circa.

Nell’azionariato rilevante, diminuisce la componente degli investitori istituzionali, presenti in 51 società, dato in notevole riduzione rispetto al 2019, quando le società partecipate da almeno un investitore istituzionale erano 67; il calo è più marcato per gli investitori istituzionali esteri (oggi presenti in 40 società quotate, rispetto alle 55 del 2019). La presenza degli investitori istituzionali italiani è invece in lieve e graduale aumento (titolari di partecipazioni rilevanti in 17 emittenti a fine 2023, da 14 nel 2019).

Con riferimento agli organi sociali, alla fine del 2023 la quota degli incarichi di amministrazione delle società quotate esercitati da una donna raggiunge il 43%, per effetto dell’applicazione della quota di genere dei due quinti dell’organo prevista dalla legge n. 160/2019. In linea con gli anni passati, le donne sono consiglieri indipendenti in tre casi su quattro (74,9%) e raramente ricoprono il ruolo di amministratore delegato o di presidente dell’organo amministrativo (rispettivamente 20 e 31 casi, pari al 2,3% e 3,6% delle donne con incarichi di consigliere di amministrazione). Inoltre, la titolarità di incarichi di amministrazione in più di un emittente quotato (interlocking) che riguarda il 28,9% delle donne a fine 2023, sebbene risulti più marcata di quella riferita agli amministratori uomini, mostra una flessione negli anni più recenti, dopo il massimo raggiunto nel 2019 (quando tale fenomeno interessava il 34,9% delle donne nei consigli di amministrazione)

L’interesse crescente per il complesso tematico sintetizzato nell’acronimo Esg (Environmental, Social and Governance, cioè ambiente, sociale e governo delle imprese) si riflette nell’incremento dei comitati cosiddetti endoconsiliari, istituiti all’interno dei Consigli di amministrazione. Da segnalare, in particolare, la diffusione del comitato sostenibilità, presente a fine 2022 in 123 società che rappresentano il 94,5% della capitalizzazione di Borsa. Cinque anni prima, nel 2017, si erano dotate di un comitato sostenibilità solo 45 aziende pari al 61% della capitalizzazione.

Per quanto riguarda le assemblee, il Rapporto – giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione – evidenzia per le 100 società a più alta capitalizzazione un tasso medio di partecipazione pari al 78% del capitale, il livello più alto dal 2012, primo anno di rilevazione.