Gamma Capital Markets: ecco perché adesso occorre cautela soprattutto sul mercato dei bond

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Nonostante il rallentamento economico e l’incertezza legata ai tagli dei tassi, i fondamentali di lungo termine restano solidi. L’inflazione sta rallentando e potrebbe moderarsi ulteriormente, con l’indice dei prezzi al consumo (CPI) previsto in discesa dal 2,9% al 2,6%. La Federal Reserve potrebbe scegliere di tagliare i tassi di 25 punti base per sostenere il mercato del lavoro, mentre un taglio più ampio di 50 punti base potrebbe segnalare maggiori preoccupazioni economiche, spaventando gli investitori. In questo contesto, gli investitori dovrebbero approfittare della debolezza attuale del mercato per ribilanciare i portafogli e diversificare le esposizioni, guardando a settori più difensivi come le utility e l’industria.

Nonostante gli avvertimenti di recessione, molti analisti (tra cui noi di Gamma Capital Markets) rimangono ottimisti su un possibile atterraggio morbido per l’economia. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha espresso preoccupazioni per un ulteriore raffreddamento del mercato del lavoro, ma ha anche sottolineato che l’attuale debolezza potrebbe essere temporanea. Tuttavia, alcuni segnali indicano una possibile recessione, come la “regola Sahm”, che prevede una recessione quando il tasso di disoccupazione aumenta di almeno 50 punti base rispetto al minimo dei 12 mesi precedenti, e lo spread positivo tra i rendimenti del Tesoro a 10 anni e quelli a due anni, storicamente associato a recessioni imminenti.

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Il mercato obbligazionario ha subito movimenti significativi, con i rendimenti dei Treasury a lungo termine in calo, ma ancora relativamente alti su base storica. Se la Fed decidesse di adottare un taglio dei tassi di 50 punti base, potrebbe inviare un segnale preoccupante per gli investitori, suggerendo un deterioramento più grave delle condizioni economiche. Tuttavia, la prospettiva di un taglio dei tassi da parte della Fed potrebbe anche rappresentare un’opportunità per investire in obbligazioni di alta qualità, poiché i rendimenti futuri potrebbero calare ulteriormente con il proseguire dei tagli.

Nella settimana a venire, gli Stati Uniti saranno al centro dell’attenzione con la pubblicazione del rapporto sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) di agosto, previsto per l’11 settembre. Ci si attende che l’IPC aumenti dello 0,2%, mantenendo il ritmo di luglio. Questo dato è fondamentale per valutare le pressioni inflazionistiche sottostanti, soprattutto in un contesto di prezzi in calo per le auto usate e beni di consumo discrezionali, che stanno contribuendo a rallentare l’inflazione dei beni di base. Il tasso annuale dell’inflazione dovrebbe scendere al 2,6% rispetto al 2,9% di luglio, mantenendo stabile il core al 3,2%. Se queste previsioni saranno confermate, si tratterebbe della quarta rilevazione consecutiva vicina all’obiettivo del 2% della Fed, rafforzando la probabilità di un taglio dei tassi alla prossima riunione del FOMC.

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Decisioni attese per la Fed

La Federal Reserve è al centro delle speculazioni sui tassi di interesse, con i trader che stanno cercando di capire se il taglio sarà di 25 o 50 punti base. Gli strumenti di mercato come i futures sui fondi federali indicano una probabilità di circa il 28% per un taglio di 50 punti base alla prossima riunione del 18 settembre, una possibilità che è salita al 75% dopo i recenti dati sul mercato del lavoro. Tuttavia, l’ipotesi di un taglio più ampio solleva preoccupazioni: un taglio di 50 punti base potrebbe suggerire che l’economia sta affrontando sfide più profonde di quanto previsto, generando incertezza tra gli investitori. Storicamente, i tagli di questa entità hanno portato volatilità nei mercati azionari, con una reazione spesso negativa dei settori finanziari.

La sorella Europea

In Europa, la Banca Centrale Europea (BCE) è quasi certa di tagliare nuovamente i tassi di interesse il 12 settembre, portando il tasso sui depositi al 3,5% dal 3,75%. La presidente Christine Lagarde dovrebbe sottolineare che questa decisione è motivata da una moderazione della crescita salariale e dall’avvicinamento dell’inflazione all’obiettivo del 2%. Le previsioni economiche della BCE potrebbero essere riviste al ribasso sia per il PIL che per l’inflazione, riflettendo le crescenti difficoltà economiche nell’Eurozona.

Implicazioni per gli investitori

Gli investitori saranno attenti ai segnali che giungeranno dalla Fed e dalla BCE. Un taglio di 25 punti base da parte della Fed è considerato il più probabile e rassicurante, segnalando un aggiustamento controllato della politica monetaria. Un taglio più ampio di 50 punti base, invece, potrebbe far presagire preoccupazioni maggiori, aumentando la volatilità nei mercati. D’altro canto, la BCE è destinata a continuare il suo ciclo di riduzione dei tassi, cercando di sostenere un’economia che sta faticando a mantenere un ritmo di crescita stabile. Le previsioni economiche riviste della BCE, che potrebbero mostrare un ulteriore rallentamento, potrebbero rappresentare un ulteriore segnale di attenzione per i mercati globali.

Nonostante l’incertezza a breve termine, i fondamentali di lungo termine rimangono positivi. Con l’inflazione in calo e la possibilità di ulteriori tagli dei tassi, la crescita economica potrebbe riprendere nei prossimi 12-18 mesi. Gli investitori dovrebbero considerare di sfruttare le attuali correzioni del mercato per ribilanciare i portafogli, aumentando le esposizioni in settori difensivi come le utility e l’industria. La diversificazione resta fondamentale in questo contesto, con un focus su titoli a grande capitalizzazione che possano beneficiare di un eventuale rallentamento dei tassi e una possibile ripresa economica.