5 motivi per cui le prospettive per il credito europeo restano positive
Dopo due anni di venti contrari dovuti all’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato a partire dalla fine del 2021, i mercati del credito europei hanno prosperato in condizioni più favorevoli da allora, sostenuti da solidi utili societari, soprattutto dei titoli finanziari, e dalla fiducia che la Banca Centrale Europea (BCE) avesse finalmente messo mano all’inflazione. Anche se la geopolitica produrrà inevitabilmente alcune incertezze a breve termine nei mesi a venire – creando potenzialmente opportunità di mispricing da sfruttare per i gestori attivi – a nostro avviso ci sono cinque fattori principali che dovrebbero essere di sostegno per i mercati del credito.
Altri tagli dei tassi in arrivo
La storia ci insegna che i contesti di riduzione dei tassi delle banche centrali sono positivi per il credito, in quanto potenzialmente in grado di favorire le plusvalenze, oltre agli interessanti rendimenti che gli investitori possono ottenere. Sebbene i recenti dati sul mercato del lavoro statunitense abbiano sollevato dubbi sul probabile ritmo di riduzione dei tassi di interesse della Federal Reserve, ci aspettiamo che la BCE sia in prima linea nell’effettuare tagli decisivi dei tassi a livello europeo nel corso del prossimo anno o giù di lì, un fattore che dovrebbe incrementare i rendimenti totali per gli investitori del credito.
I fondamentali delle banche sono i più solidi della storia recente
Sebbene le banche abbiano capitalizzato l’aumento dei tassi d’interesse dal 2020 con margini d’interesse netti e redditività molto migliorati, i loro utili e bilanci sono ora molto solidi e ben posizionati per l’attuale ciclo di allentamento delle banche centrali, ampiamente previsto dagli investitori. Anche se un eventuale ritorno alla politica dei tassi a zero, attuata dalla BCE fino alla metà del 2022, potrebbe potenzialmente essere dannoso per gli utili bancari, riteniamo che questo scenario sia estremamente improbabile, dato che si prevede che il tasso di deposito della BCE scenda dall’attuale 3,25% a circa il 2,50% alla fine del prossimo anno.
I rendimenti del debito bancario subordinato appaiono ancora interessanti
Dati i solidi fondamentali del settore bancario, i rendimenti del debito subordinato, pari a circa il 6,5%, ci sembrano molto interessanti. A nostro avviso, gli spread rimangono molto ampi e hanno un margine di manovra per restringersi, mentre i tassi sono ancora elevati e hanno un potenziale di normalizzazione. Inoltre, i dati tecnici del mercato sono estremamente solidi, come indica la domanda sul mercato primario. Gli spread sul debito bancario senior potrebbero essere già tornati ai loro livelli storici di base, ma gli spread sulle obbligazioni subordinate rimangono ben al di sopra dei minimi di inizio 2018 e 2020, con un reale potenziale di restringimento rispetto ai livelli attuali.
Il sano appetito del mercato per i CoCo bond
I Contingent Convertible Bond (CoCo bond) – titoli ibridi emessi dalle banche per soddisfare i loro requisiti patrimoniali regolamentari e fornire un cuscinetto contro potenziali perdite – hanno visto un’offerta importante quest’anno, con le banche che hanno emesso circa 30 miliardi di dollari. Ma la cifra è stata coperta oltre sei volte, dato che gli investitori hanno fatto offerte per circa 190 miliardi di dollari di questi CoCo bond. Questo eccesso di domanda indica un forte interesse e un’ampia fiducia nell’asset class, con gli investitori desiderosi di accettare i rendimenti più elevati offerti rispetto al debito subordinato in cambio dei rischi associati alla loro caratteristica di assorbimento delle perdite.
Sfruttare le anomalie di prezzo con una gestione attiva del portafoglio
Il vantaggio della gestione attiva negli investimenti a reddito fisso consente di controllare meglio il rischio di credito e la volatilità dei prezzi, sfruttando le inefficienze del mercato per aumentare i rendimenti, soprattutto nei periodi di volatilità del mercato. Concentrandosi sul debito subordinato, che offre alti livelli di rendimento da parte di emittenti con rating investment grade, i gestori attivi ottengono interessanti rendimenti composti gestendo al contempo l’elevata volatilità dei prezzi insita in tali asset, in particolare i CoCo AT1.
Sebbene siano tipicamente richiamati alla prima data di call, i periodi di stress del mercato essi possono portare a un temporaneo repricing, creando opportunità per i gestori attivi di capitalizzare sul rischio di estensione erroneamente valutato. Utilizzando un approccio quantitativo per valutare il rischio di estensione, i gestori attivi possono ottimizzare le allocazioni, riducendo la volatilità al ribasso e posizionandosi al contempo per ottenere un reddito elevato e potenziali guadagni di prezzo, ottenendo in definitiva rendimenti superiori corretti per il rischio.
Riteniamo che la continuazione di modello che vede robusti utili trimestrali da parte dei titoli finanziari europei, la falsa convinzione che il debito subordinato – anche da parte di emittenti investment grade – sia più rischiosa delle obbligazioni ad alto rendimento e l’eccessiva valutazione del rischio di estensione, possano essere i fattori trainanti dei rendimenti del credito europeo nel breve e medio termine. Riteniamo inoltre che gli investitori possano trarre vantaggio dagli interessanti livelli di flusso cedolare che possono essere acquisiti dai mercati del credito, e che il debito subordinato, prevalentemente di emittenti investment grade, appaia attualmente particolarmente conveniente.