Anteprima del FOMC di novembre: le incertezze restano
Con i dati recenti che indicano un’economia più forte, ma non necessariamente più calda, è probabile che la Fed rimanga sulla buona strada per un altro taglio di 25 punti base al prossimo incontro del FOMC di novembre. Tuttavia, permangono delle incertezze. In particolare, manteniamo una certa cautela riguardo alle prospettive di inflazione. Sebbene la debolezza nel mercato del lavoro sembri essere più il risultato della qualità e della volatilità dei dati, le pressioni inflazionistiche – pur in diminuzione – continuano a rappresentare un fattore significativo. Crediamo inoltre che la domanda rimanga sensibile alle aspettative di tassi d’interesse più bassi. L’andamento recente dei consumi è probabilmente una riflessione di questo. Ad esempio, i beni durevoli sensibili ai tassi hanno registrato una forte ripresa e la fiducia dei consumatori sembra essere migliorata con la prospettiva di politiche monetarie meno restrittive.
Prevedere il clima politico futuro rimane comunque difficile. È ancora molto probabile che non avremo un quadro chiaro su chi sarà il presidente o quale sarà la composizione del Congresso pochi giorni dopo le elezioni. Inoltre, le prospettive per la politica fiscale o commerciale sono un elemento importante nelle decisioni di politica monetaria. In un momento in cui la Fed sta cercando di vincere la battaglia contro l’inflazione, stimolare la domanda potrebbe risultare controproducente.
Con tutte queste incertezze, i banchieri centrali devono ancora “navigare a vista” per far atterrare l’economia, e ci aspettiamo che la dipendenza dai dati sia ancora il messaggio centrale della conferenza stampa, probabilmente con un tono leggermente “hawkish” (aggressivo). Tuttavia, con i tassi di politica monetaria attuali ancora ben al di sopra di ciò che può essere considerato neutrale, la Fed ha sicuramente un certo margine di manovra per le riunioni di novembre e dicembre. Per l’incontro di dicembre, pensiamo che la decisione sarà più incerta tra un ulteriore taglio e una pausa nella normalizzazione della politica monetaria. Entro allora, almeno, dovremmo avere un quadro più chiaro di cosa aspettarci dai legislatori.