Il “Decreto Salva-Milano”: vantaggi, svantaggi ed effetti controversi
Il cosiddetto “Decreto Salva-Milano”, promosso dal ministro Matteo Salvini, è una normativa contenuta nel “Decreto Casa” che ha l’obiettivo di regolare e accelerare le procedure edilizie a Milano, affrontando problematiche legate all’annoso blocco di alcuni lavori e alle frequenti inchieste su progetti urbanistici e immobiliari. Tuttavia, il decreto ha suscitato un acceso dibattito per i suoi effetti controversi.
Vantaggi
Regolarizzazione rapida. La normativa consente di risolvere situazioni edilizie bloccate da contestazioni legali, come il mancato rispetto di alcuni standard urbanistici. Questo mira a sbloccare cantieri e investimenti, favorendo l’economia locale e il settore edilizio..
Flessibilità per progetti abitativi. In base alla possibilità di destinare locali di 20 m² (anche al piano terra) ad abitazione, se occupati da una sola persona, l’intento è di aumentare l’offerta residenziale a basso costo; mentre in caso di due abitanti il minimo scende dagli attuali 38 a 28 m². Diminuisce anche l’altezza minima consentita internamente, che passa da 2,70 a 2,40 metri.
Supporto agli investitori. La semplificazione burocratica aiuta a garantire maggiore certezza a chi vuole finanziare o avviare progetti di sviluppo immobiliare.
Critiche e danni
Accuse di sanatoria. Gli oppositori, tra cui il Movimento 5 Stelle, ma non solo loro, definiscono il decreto una “sanatoria mascherata”, favorevole ai grandi speculatori immobiliari e poco attenta alla pianificazione sostenibile.
Rischio per gli standard urbanistici. Le deroghe introdotte potrebbero minare la qualità della pianificazione urbana, creando disservizi o situazioni di sovraccarico per infrastrutture e servizi locali.
Impatto giuridico. Alcuni giuristi ritengono che la normativa possa violare i principi fondamentali in materia urbanistica, con il rischio di nuovi contenziosi.
Considerazioni generali
Il decreto mira a risolvere problemi concreti della città di Milano, ma il suo approccio veloce e semplificato è visto da molti come una misura temporanea e potenzialmente dannosa sul lungo periodo. La normativa potrebbe diventare un precedente problematico per altre città italiane che affrontano sfide simili. Gli svantaggi principali del “Decreto Salva-Milano”, secondo critici e analisti, si concentrano su aspetti urbanistici, legali e ambientali. Il decreto viene percepito come un provvedimento che legittima interventi edilizi discutibili, favorendo grandi gruppi immobiliari e costruttori: una sorta di “condono” generalizzato che scavalca le norme urbanistiche attraverso una regolarizzazione ex post, che approva palesi violazioni, riducendo così, di fatto, il controllo della legalità sugli sviluppi urbani.
Impatto sugli standard urbanistici
Le deroghe introdotte rischiano di compromettere la pianificazione urbana sostenibile. La possibilità di destinare a uso abitativo spazi di 20 m², anche al piano terra, potrebbe creare nel caso di Milano un’offerta residenziale poco adatta alle esigenze reali della città e portare a un aumento di abitazioni con scarsi requisiti di vivibilità. Alcuni esperti ritengono che il decreto possa violare principi fondamentali del diritto urbanistico, aprendo la strada a nuovi contenziosi legali. Ciò rischia di generare ulteriori incertezze e di ostacolare come conseguenza il rilancio economico a medio-lungo termine, anziché favorirlo. Inoltre, l‘accelerazione dei processi edilizi potrebbe non tenere conto dell’impatto su infrastrutture locali, come trasporti, scuole e servizi sanitari, che potrebbero essere sovraccaricati in assenza di un’adeguata pianificazione.
Critiche ambientali
Le deroghe potrebbero incentivare uno sviluppo edilizio non sostenibile, aumentando il consumo di suolo e riducendo gli spazi verdi in una città già densamente popolata. Sebbene il decreto nasca con l’obiettivo di sbloccare cantieri e promuovere l’edilizia a Milano, i critici sottolineano che potrebbe compromettere standard urbanistici ed ambientali, favorendo interessi privati a scapito del bene pubblico. La questione resta altamente divisiva tra chi lo considera una necessità pragmatica e chi lo vede come un pericoloso precedente per altre città italiane.
L’Italia continua a consumare suolo a un ritmo significativo, nonostante la crescente sensibilità verso la sostenibilità. Le città si espandono in aree periferiche, spesso a scapito di terreni agricoli e naturali. Dal 2012 al 2021, il consumo medio di suolo è aumentato costantemente, con un impatto devastante sull’ecosistema urbano e rurale e specifiche conseguenze negative su biodiversità, rischio idrogeologico e perdita di terreni agricoli fertili. In molte città lo sviluppo edilizio è stato guidato da logiche speculative piuttosto che dalla necessità di rispondere a una domanda abitativa reale. Questo ha portato alla costruzione di grandi complessi residenziali spesso lasciati vuoti o sotto-utilizzati. Per di più, in molte aree urbane, le nuove costruzioni non sono accompagnate da adeguati servizi pubblici (trasporti, scuole, ospedali) o spazi verdi. Questo porta a città congestionate e meno vivibili.
Mancanza di rigenerazione urbana
Focus sul nuovo anziché sul recupero. In Italia, prevale la costruzione di nuovi edifici rispetto alla riqualificazione di quelli esistenti. Questo approccio non solo consuma più risorse, ma lascia inutilizzati molti edifici storici o ex-industriali. Alcuni quartieri, come le aree industriali dismesse di Torino o Milano, potrebbero essere trasformati in spazi abitativi e culturali moderni senza ulteriore consumo di suolo. Ecco perché alcune recenti iniziative opposte a quanto stabilito dal “Decreto Salva-Milano” mirano invece a contrastare lo sviluppo edilizio insostenibile. Leggi sul consumo di suolo: regolamenti più restrittivi in alcune regioni. Progetti di rigenerazione urbana: Milano, ad esempio, sta investendo nel recupero di ex aree industriali, come il quartiere Porta Nuova, tra le aree di Garibaldi, Isola e Varesine o dello Scalo Porta Romana, l’ex area ferroviaria dismessa che si trasformerà nel Villaggio Olimpico per i Giochi Invernali di Milano-Cortina 2026 e che potrebbe restare poi a disposizione della cittadinanza per affitti a prezzi calmierati.
Efficienza energetica: programmi come il Superbonus 110% che miravano anche ad incentivare la riqualificazione energetica degli edifici esistenti. Lo sviluppo sostenibile richiede una maggiore attenzione alla pianificazione strategica, alla riqualificazione delle aree esistenti e alla protezione del suolo. Affrontare queste sfide sarà cruciale per migliorare la qualità della vita urbana in Italia.