In attesa di Trump, economia solida con deficit elevato
Trump favorisce gli interessi nazionali, con posizioni controverse sulla NATO e gli aiuti internazionali
L’economia USA rimane solida, sostenuta da sgravi fiscali e dall’attesa di una crescita degli utili
Le divisioni sociali e il deficit fiscale limitano l’ottimismo di mercato
Pechino sta ravvivando la sua economia, mentre alcuni chiedono maggior impegno sul fronte
climatico
“L’urna elettorale è più forte di una pallottola” (Abraham Lincoln)
Il rialzo dei mercati USA a seguito della vittoria di Donald Trump riflette anche l’attesa ondata rossa al
Congresso. Di conseguenza, gli investitori prevedono che la nuova amministrazione agisca in modo forte e
rapido sulle promesse elettorali.
L’attenzione agli interessi nazionali a spese del resto del mondo è imminente: Make America Great Again.
Sebbene il sostegno a Israele sembri irremovibile, l’invio di aiuti umanitari all’Ucraina e l’uscita dalla NATO
sono in agenda. La nomina di Marco Rubio a Segretario di Stato è rassicurante ma è accompagnato da Pete
Hesgeth come Segretario della Difesa, un veterano dell’esercito americano e presentatore di punta di Fox
News.
Sul fronte economico, il mercato interno prende il sopravvento, sostenendo il capitalismo USA attraverso
ampi sgravi fiscali alle aziende, deregolamentazione del settore bancario e tecnologico e l’introduzione di
dazi rivolti a partner del commercio globale. La fortuna di Trump è che ora può contare su una crescita
economica relativamente sana. I consumatori e le imprese USA sono in buona salute, hanno pochi debiti e
mostrano fiducia nell’economia (l’indice di fiducia degli AD statunitensi è sui livelli massimi da gennaio
2022). Le attese degli utili sono per una crescita degli EPS del 13% per il prossimo anno mentre i tassi reali
restano su livelli moderati (2,1%) e il tasso di disoccupazione è contenuto (4,2%).
La principale nuvola all’orizzonte è che la società americana resta profondamente divisa e la produttività
aggiuntiva portata dall’intelligenza artificiale è concentrata sulle grandi aziende. Se Elon Musk può
promettere tagli alla spesa pubblica da 2mila miliardi di dollari, la realtà è che con un deficit fiscale
esorbitante pari al 6,4%, dovuto soprattutto agli interessi sul debito, i mercati finanziari devono evitare
l’eccesso di ottimismo. Uno degli ultimi a suonare l’allarme, Jerome Powell sta comunicando che i tassi
d’interesse potrebbero restare invariati a dicembre.
Con una mossa pragmatica ma in qualche modo contraddittoria, il CEO di Exxon Mobil raccomanda di
restare nell’Accordo di Parigi, sottolineando che perfino le aziende petrolifere riconoscono l’importanza di
adattarsi al cambiamento climatico.
Con l’annuncio di un pacchetto di stimoli all’economia cinese da 6mila miliardi di renminbi, anche Pechino
si sta preparando per trattative sui dazi.
Gli investitori di tutto il mondo traggono beneficio da un contesto favorevole alimentato dalla forza
dell’economia USA, dalle sue innovazioni e dalla speranza di una ripresa graduale in Cina. Evitando la
compiacenza, monitoriamo da vicino il livello dei tassi d’interesse e le valutazioni. Soprattutto, speriamo
che i principi durevoli istituiti dai padri fondatori, in particolare la separazione dei poteri, restino tanto
centrali a fondamento della nazione quanto il tacchino per il giorno del Ringraziamento. Il diavolo è nei
dettagli e non c’è dubbio che gli effetti degli annunci si moltiplicheranno sulla scena internazionale entro la
fine dell’anno.