Trend ancora in crescita per i contratti di produttività

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La prossima Legge di bilancio prevede, così come anticipato dal Governo, la conferma dei fringe benefit per tutti gli aventi diritto e la maggiorazione degli importi per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri. Tra le misure fiscali si conferma poi, anche per il triennio 2025-2027, la tassazione agevolata al 5% dei premi di produttività erogati dalle aziende ai lavoratori.
Sembra confermarsi allora una forte attenzione per il welfare aziendale come strumento di dialogo sociale e di democrazia economica e di volano per la produttività del lavoro.

Il fenomeno appare già in progressiva crescita. Secondo i dati resi noti dal Ministero del Lavoro sono 17.955 i contratti aziendali e territoriali che riconoscono premi di produttività, depositati e attivi presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Al 15 ottobre 2024, nella banca dati del Dicastero, i contratti attivi sono il 16,9% in più rispetto a quanto registrato nell’ottobre 2023, quando ne risultavano 15.355.

A beneficiarne quasi 4,9 milioni di lavoratori (4.896.911), ai quali è corrisposto un importo annuo medio pari a 1.505,39 euro. Solo da gennaio scorso sono stati depositati 11.306 contratti che prevedono premi di produttività. Numericamente i contratti aziendali rappresentano ancora la quota maggiore sul totale (14.699), ma in termini percentuali sono quelli territoriali a far segnare l’incremento maggiore rispetto allo stesso periodo del 2023, con una crescita del 30,1% sullo scorso anno (più del doppio rispetto al +14,4% fatto registrare dai contratti aziendali).

I contratti attivi si propongono di raggiungere obiettivi diversi: 14.472 di produttività, 11.432 di redditività, 9.054 di qualità, mentre 1.616 prevedono un piano di partecipazione e 10.831 misure di welfare aziendale.

Pressoché stabili le percentuali relative alla dimensione delle imprese che si avvalgono di questo strumento per riconoscere ai propri lavoratori importi aggiuntivi alla retribuzione in funzione del raggiungimento degli obiettivi. Il 50% sul totale dei contratti depositati e attivi sono attribuibili a imprese con meno di 50 dipendenti. La quota restante è divisa tra le aziende con almeno 100 dipendenti (35%) e quelle di fascia intermedia con numero di dipendenti compreso tra 50 e 99 (15%).