Outlook 2025

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• Le prospettive economiche globali per il 2025 sembrano ancora favorevoli agli asset rischiosi,
ma le sfide politiche e geopolitiche sono in aumento. Anomalie come la concentrazione di mercato e
l’eccessivo indebitamento, accanto a questo outlook favorevole a livello macroeconomico, richiedono
una diversificazione del portafoglio maggiore oltre ad aggiustamenti dinamici dell’allocazione.

• La crescita globale dovrebbe stabilizzarsi al 3% nel 2025 e nel 2026, così come il differenziale di
crescita tra economie sviluppate ed economie emergenti. La disinflazione potrebbe persistere, ma i rischi
di inflazione incombono e la Fed potrebbe doversi adattare a potenziali cambiamenti della politica
statunitense. Un leggero ciclo di allentamento globale potrebbe proseguire e concludersi prima che i
tassi siano tornati ai livelli pre-pandemia. Le politiche fiscali saranno divergenti ma svolgeranno un ruolo
significativo a livello globale.

• I mercati emergenti si dimostreranno complessivamente resilienti. L’Asia rimarrà un importante motore
della crescita globale grazie alla sua predominanza nella catena di approvvigionamento delle tecnologie,
alle politiche governative di sostegno e alla crescente integrazione e resilienza a livello regionale. Si
distinguono l’India e l’Indonesia.

• Elezioni negli Stati Uniti. L’impatto delle politiche di Trump dipenderà dalla portata e dalla sequenza
della loro attuazione, oltre che dai fattori di mitigazione che le diverse economie potranno mettere in atto.
In Asia, la Cina dispone di un certo margine di manovra attraverso le politiche economiche, mentre India
e Indonesia dovrebbero essere relativamente meno impattate. L’Europa potrebbe reagire attuando un
riorientamento del commercio, rafforzando la cooperazione in materia di difesa e accelerando alcune
riforme strutturali.

Amundi ha diffuso oggi il suo Investment Outlook 2025. La geopolitica e i cambiamenti a livello di politiche
economiche stanno creando un mondo più frammentato, ma nel riordino globale emergono nuove
opportunità.

Le previsioni si basano sulle informazioni pubbliche alla data del 6 novembre 2024.
Prevediamo che la crescita globale si stabilizzi al 3% nel 2025 e nel 2026. Anche il differenziale di crescita
tra i mercati emergenti e quelli sviluppati dovrebbe stabilizzarsi, con i mercati emergenti che cresceranno del
+3,9% e i mercati sviluppati del +1,6% nei prossimi due anni. Prevediamo una lieve decelerazione
dell’economia statunitense verso un cosiddetto ‘soft landing’; la ripresa dell’Europa verso la crescita
potenziale sarà moderata e progressiva mentre l’Asia rimarrà un importante motore della crescita, nonostante
il rallentamento della Cina.

La conferma del processo di disinflazione dovrebbe sostenere politiche monetarie più accomodanti. Le
banche centrali negli Stati Uniti e in Europa dovrebbero continuare a tagliare i tassi. Entro la fine del 2025,
prevediamo che i tassi di interesse terminali raggiungano il 3,50% negli Stati Uniti, il 2,25% nell’Eurozona e
il 3,50% nel Regno Unito. Per contro, la Banca del Giappone dovrebbe attuare altri due rialzi. Le banche
centrali dei paesi emergenti intendono attuare politiche più indipendenti, con un allentamento graduale.
Vincent Mortier, Group CIO di Amundi, ha dichiarato: “Nel 2025 sarà fondamentale cogliere le opportunità
offerte dagli asset rischiosi, bilanciando al contempo i rischi di inflazione. Gli investitori dovrebbero ampliare
l’esposizione azionaria oltre le mega-cap statunitensi, cercare reddito tra gli asset liquidi e illiquidi e
implementare le coperture in un mondo più frammentato”.

Monica Defend, Head of Amundi Investment Institute, ha aggiunto: “In un mondo di anomalie ci sono
comunque molti aspetti positivi. Individuare le opportunità create dalle scelte politiche e dai mutamenti
geopolitici sarà importante tanto quanto salvaguardare i portafogli dai rischi che tali cambiamenti
comportano”.

SCENARIO CENTRALE: UNA FINE DEL CICLO NON CONVENZIONALE

• Gli Stati Uniti si avviano verso uno scenario di soft landing. Prevediamo una lieve decelerazione
verso una crescita più lenta (+2,1% e + 2% nel 2025 e 2026) a causa del raffreddamento del mercato
del lavoro e del rallentamento dei consumi. L’entità e la sequenza di attuazione delle politiche avranno
un impatto sulle prospettive di crescita e di inflazione e, potenzialmente, sulla reazione della Fed e sulle
condizioni di finanziamento. Riteniamo che il nuovo Presidente possa dare priorità alle politiche tariffarie
e di immigrazione, seguite da tagli alle tasse e altre modifiche fiscali.

• L’Europa è destinata a una modesta ripresa verso la crescita potenziale, che si basa su
un’inflazione più bassa e sull’allentamento monetario per sostenere gli investimenti e incanalare i
risparmi verso la domanda. Le maggiori economie dell’Eurozona mostreranno andamenti eterogenei e
la politica fiscale dovrebbe rappresentare un fattore distintivo significativo. Nel lungo periodo, l’Europa
dovrà concentrarsi sul ripristino della produttività. L’amministrazione Trump potrebbe spingere l’Europa
a rafforzare la cooperazione in materia di difesa e potenzialmente ad avanzare proposte per aumentare
la crescita della produttività.

• Mercati emergenti – L’Asia rimarrà uno dei principali motori della crescita globale nel 2025. Le
prospettive di un’inflazione relativamente moderata favoriscono politiche di sostegno nella regione.
L’Asia emergente si sta già riorientando verso obiettivi più strategici, vanta una crescita robusta e una
maggiore resilienza grazie allo sviluppo di legami regionali. L’India sarà un motore di crescita
fondamentale e la Cina dovrebbe incoraggiare la stabilizzazione e la trasformazione strutturale della sua
economia.

• I principali rischi di ribasso associati al nostro scenario centrale deriverebbero da una riaccelerazione
dell’inflazione dovuta all’escalation delle tensioni commerciali. I rischi al rialzo sono legati alla riduzione
del rischio geopolitico con la fine dei principali conflitti e all’accelerazione delle riforme strutturali, con
conseguente aumento del potenziale di crescita.

IMPLICAZIONI PER GLI INVESTIMENTI: Luci in un mondo in chiaroscuro

Questa fine del ciclo non convenzionale presenta un mix di anomalie economiche e finanziarie. Da un lato
vediamo economie resilienti, abbondante liquidità a livello macroeconomico, condizioni finanziarie più
favorevoli e disinflazione nonostante l’elevata incertezza sul fronte delle politiche. Dall’altro lato, abbiamo
un’elevata concentrazione, valutazioni costose e bassa volatilità nel mercato azionario, in contrasto con
l’elevata volatilità del reddito fisso.

In questo contesto, la nostra posizione per il 2025 è leggermente pro-rischio, bilanciata con asset
resilienti all’inflazione. La diversificazione su più fronti è essenziale, poiché i potenziali cambiamenti
nella politica economica possono facilmente trasformare il quadro di riferimento. Le attuali anomalie
richiedono frequenti rivalutazioni e aggiustamenti dinamici, con un focus sugli asset rischiosi nel primo
semestre dell’anno. Per individuare le migliori opportunità sarà necessario esplorare i settori che beneficiano
di temi trasformativi di lungo periodo. Questi includono le tendenze demografiche, i cambiamenti geopolitici
e produttivi, nonché gli effetti del cambiamento climatico, l’innovazione tecnologica e il costo della transizione
energetica.

• Il reddito fisso guadagna terreno. Nonostante la volatilità attesa, la bassa probabilità di recessione e
le banche centrali più accomodanti sostengono i mercati del credito, i cui fondamentali sono solidi e i
rendimenti più elevati rispetto al passato. I titoli di Stato, il credito Investment Grade e quello High Yield
a scadenza breve, i leveraged loan, le obbligazioni dei paesi emergenti e il private debt presentano
interessanti opportunità di reddito. I titoli di Stato europei sono anche una fonte di diversificazione, dato
il rallentamento dell’inflazione.

• Azionario: c’è il potenziale per un ampliamento del rally oltre le mega-cap statunitensi e le azioni
con valutazioni elevate, date le prospettive di utili e liquidità. Privilegiamo un approccio diversificato a
livello globale e cerchiamo opportunità di valore negli indici Usa equal-weighted, in Giappone e nel
value in Europa. A livello settoriale, privilegiamo i finanziari, le utility, i servizi per le comunicazioni e i
beni di consumo voluttuari. Le strategie value e le mid-cap offrono una buona copertura contro la
possibile discesa delle azioni growth e delle mega-cap.

• I mercati emergenti dovrebbero sovraperformare i mercati sviluppati. Nonostante il potenziale
nuovo corso degli Stati Uniti, le obbligazioni dei paesi emergenti dovrebbero beneficiare di un contesto
macro favorevole e di tassi d’interesse in calo. Per quanto riguarda gli investimenti in valuta forte,
privilegiamo l’High Yield rispetto all’Investment grade. Nel segmento in valuta locale, ci concentriamo su
rendimenti reali interessanti. Nell’Asia emergente, India e Indonesia offrono le migliori opportunità a
lungo termine e sono meno sensibili ai potenziali aumenti delle tariffe.

• Le sfide del contesto attuale richiedono una diversificazione articolata su molteplici fronti. É
necessario prendere in considerazione diversi fattori come la volatilità (hedge fund e strategie absolute
return), la liquidità (mercati privati) e la macro/geopolitica (oro, obbligazioni indicizzate all’inflazione). Le
infrastrutture e il private debt offrono una forte prospettiva di crescita, protezione dall’inflazione e
vantaggi di diversificazione. In ambito azionario, le azioni ad alto dividendo tendono a essere più
resilienti all’inflazione.