PMI all’avanguardia della parità di genere: il caso di Cear

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Parità di genere

La parità di genere riveste un tema d’attualità che investe la società ed il tessuto produttivo italiano, tanto che il governo ha già previsto incentivi ed investimenti anche per mezzo del PNRR, affinché si promuova una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro, attraverso interventi diretti di sostegno all’occupazione e all’imprenditorialità femminile. Le aziende italiane in merito a questa tematica di “Governance” sono chiamate ad adeguarsi a piani ESG e a standard internazionali che rendano le loro strutture organizzative e l’ambiente lavorativo più equo e inclusivo.

Le grandi multinazionali hanno tracciato un percorso, ma non sempre le PMI italiane riescono a tenere il passo, tanto che iniziative camerali di supporto alla certificazione della parità di genere, stanno cercando di incentivare anche economicamente le aziende ad adeguarsi a nuovi modelli di gestione organizzativa.

Costruzioni Elettrotecniche Cear, realtà imprenditoriale del settore elettromeccanico, operante nel settore dell’industria con una trentina di occupati rappresenta già un esempio di azienda che sta realizzando il “cambiamento” nella direzione della parità di genere.

L’azienda ha una rappresentanza di quote rosa al 60% all’interno del proprio gruppo manageriale e si è attivata già da alcuni anni nel riconoscimento della genitorialità, promuovendo per il dipendente interessato, sia uomini che donne, un “bonus” di benvenuto al nuovo nato.

L’attenzione alle esigenze della persona in generale, dunque non solo della donna in attesa ma anche della famiglia, sono uno degli elementi cardine della politica di Cear. L’azienda ha provveduto ad attivare dei piani di welfare “dedicati” che potessero sopperire alle esigenze del nucleo familiare con un contributo che, a discrezione del lavoratore, può sostenere spese di varia natura: dalla salute, allo svago a necessità di babysitting o accudimento dei familiari e dei fragili.