Risparmiatori e sostenibilità
Il Rapporto annuale della Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane per il 2024 approfondisce tra i diversi aspetti anche la propensione per la sostenibilità
L’ Indagine pone in evidenza come si mostrino interessati agli investimenti sostenibili il 50% degli investitori, dato sostanzialmente in linea con la rilevazione del 2022. L’interesse verso la sostenibilità è più marcato tra gli investitori supportati da un professionista (55% dei casi), così come tra gli investitori che mostrano una attitudine più elevata a dedicare più tempo alla ricerca di informazioni sulla finanza sostenibile (64% dei casi) e tra coloro che già possiedono investimenti sostenibili (76%).
La metà degli intervistati associa ai prodotti di investimento sostenibili un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, il 42% non li percepisce più profittevoli (in parte spiegabile anche dalla segnalata carenza di dati sui rendimenti passati), il 38% non li associa a minori costi e il 36% non li considera meno rischiosi e attribuisce a tali forme di investimento caratteristiche finanziarie che possono renderli meno attraenti rispetto agli investimenti tradizionali (che non perseguono obiettivi di sostenibilità).
Gli investitori segnalano quali fattori deterrenti rispetto a scelte di investimento sostenibili la circostanza che la finanza sostenibile sia troppo opaca (41%) e che essa costituisca un fenomeno di marketing (39%); in aggiunta il 30% degli intervistati afferma di non credere che essa possa avere un impatto concreto sullo sviluppo sostenibile. In questo quadro, il 50% degli intervistati ritiene che i consulenti siano in grado di conoscere e riconoscere i prodotti sostenibili individuando, in tali figure professionali, un punto di riferimento formativo e informativo che potrebbe facilitare l’avvicinamento verso la sostenibilità
Sulla base dell’Indagine 2024, il 20% dei decisori finanziari italiani detiene investimenti sostenibili. Il dato è in crescita rispetto al 2022 (11%), ma rimane elevata la quota di intervistati che dichiara di non possedere questo tipo di assets (72%). Si rileva, peraltro, che, anche tra coloro che dichiarano di avere un consulente oppure di rivolgersi a un addetto di banca prima di effettuare scelte finanziarie, all’interesse non sempre si accompagna la detenzione di prodotti sostenibili; il dato evidenzia il cosiddetto intention-action gap già evidenziato nelle precedenti edizioni del Rapporto.