Weekly Newsletter di Cassa Lombarda: l’analisi settimanale dei mercati finanziari (a cura dell’Advisory)
Macro review
Settimana di rilievo per quanto riguarda le Banche Centrali. La FED ha tagliato i tassi per la terza volta consecutivamente, con un intervento di 25 bps accompagnato da un inaspettato avvertimento sull’inflazione. Jerome Powell ha detto chiaramente che le proiezioni sui prezzi al consumo di fine anno sono “un po’ crollate”; i membri del FOMC prevedono che ci vorrà molto più tempo prima che l’inflazione raggiunga l’obiettivo del 2%, mancato da quasi quattro anni. Di conseguenza, la FED ha ridimensionato le aspettative di taglio dei tassi per l’anno prossimo e ha chiarito che qualsiasi aggiustamento dipenderà da ulteriori progressi nel raffreddamento dell’aumento dei prezzi. Per il 2025 sono previsti solo due tagli per un totale di 50 punti base, la metà rispetto ai 100 punti base stimati a settembre. Dal lato opposto, la Banca del Giappone ha lasciato il tasso di riferimento intorno allo 0,25%, un risultato considerato da più della metà degli economisti intervistati da Bloomberg, e aspetta il momento opportuno per procedere con la normalizzazione della politica monetaria. In UK, la Bank of England ha deciso di non modificare i tassi di interesse, fermi al 4,75%. La decisione è stata presa con il voto favorevole di sei membri del board dell’istituto; i restanti tre rappresentanti avrebbero preferito una riduzione di 25 punti base.
Azioni
Settimana di correzione per le principali Borse in seguito alla “stretta” della FED. L’S&P500 ha messo a segno nella giornata di mercoledì (-2,95%) il peggior risultato da fine 2021. Il mercato sembra aver ha bisogno ancora di qualche seduta per ritrovare la retta via e scrollarsi di dosso gli eccessi delle ultime settimane. In termini di analisi tecnica, da monitorare la tenuta del primo supporto a 5.740 punti per l’S&P 500, mentre per il Nasdaq il primo livello di supporto è area 18.200 punti. I mercati europei sono andati di pari passo con quelli US, con l’Euro Stoxx 50 che ha fatto segnare un – 2,13% su base settimanale ed il FTSE MIB fanalino di coda con -3,22%. A livello settoriale resilienti i settori Tech e Travel & Leisure, mentre deboli Healthcare a Basis Resources.
Obbligazioni
Una FED con l’atteggiamento da “falco” ha fatto arretrare i principali governativi globali. Il rendimento del Treasury 10 anni chiude la settimana al 4,52% di rendimento, sui massimi da maggio. Il bilancio della settimana del future è in rosso dello 0,8%. Un piccolo effetto contagio c’è stato anche verso i bond europei, con il Bund decennale che ha chiuso al 2,28% di rendimento, massimo da un mese, il BTP decennale al 3,45%, con lo spread Italia/Germania stabile a 116 punti base. Il movimento sui Bond Governativi è stato accompagnato da un ampliamento degli spread sul mondo Corporate, con particolare impatto sulla parte US High Yield, che ha visto un aumento dei rendimenti di ca. 35bp su base settimanale, meno di 10bp invece per l’High Yield Europeo.
Valute e materie prime
Settimana in calo per il Bloomberg Commodity Index (-1,12%), con quattro sedute in rosso su cinque. La causa del ribasso può essere imputata anche alla forza del dollaro, che gioca a sfavore della crescita dei prezzi delle materie di base. Chiude in rosso anche il greggio (-2,57% per il WTI), dopo aver accumulato un +6,1% la settimana precedente. Il prezzo della materia prima oscilla ormai da inizio ottobre tra i 72 e i 66 USD: in salita si fa riferimento alle tensioni geostrategiche o alla possibile ripartenza cinese, in discesa al rallentamento della domanda globale o all’eccesso di produzione. L’oro chiude la settimana in ribasso dello 0,96%, cercando di difendere l’area di 2.600 USD; le vendite sono state guidate dall’atteggiamento da “falco” della FED che ha rafforzato il dollaro e fatto risalire i rendimenti dei Treasury, due fattori sfavorevoli per i metalli preziosi. Sul fronte valutario, il dollaro USA si è portato sui massimi da due anni e chiude la settimana con un progresso dello 0,65%. Dal momento in cui il mercato ha cominciato a convincersi che l’inflazione USA rallentava meno delle aspettative, a fine settembre, il dollaro è cresciuto dell’8% contro la moneta unica.
Outlook
Settimana corta per le festività natalizie, con pochi appuntamenti in calendario e ridotti volumi. La borsa di Milano sarà chiusa il 24, 25 e 26 dicembre. Secondo gli economisti la Banca centrale turca taglierà i tassi di 150 bps questa settimana (26/12). La pubblicazione riprenderà il prossimo 13 gennaio 2025.