Cosa significa per gli investitori la spinta all’indipendenza di Merz

Adam Singleton, CIO, External Manager Alpha, Nikolaus von Abercron, Portfolio Manager e Senior Analyst e Andrew Kurtz, Vice President, Man Varagon. -

Il nuovo cancelliere tedesco ha delineato un audace scenario di autosufficienza dell’Europa ma, con le crescenti sfide economiche e politiche interne, riuscirà a realizzarlo?

L’esito delle elezioni tedesche ha confermato ampiamente le aspettative, portando un senso di sollievo ai mercati nel breve termine. Tuttavia, questo sollievo potrebbe essere messo alla prova nei prossimi giorni, quando la Germania dovrà affrontare l’impegnativo processo di formazione di una coalizione sufficientemente stabile da smontare la tesi di chi ritiene che l’estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) sia un’alternativa credibile.

Se il rischio nell’immediato resta contenuto, il fattore più importante per il posizionamento degli investitori nei prossimi mesi è il chiaro messaggio del probabile nuovo cancelliere di centro-destra Friedrich Merz, secondo cui l’Europa deve diventare più indipendente dagli Stati Uniti. Tuttavia, questo messaggio è credibile solo se Merz riesce a far uscire la più grande economia europea dal suo stato sclerotico.

L’ansia degli esportatori tedeschi

Per Merz, questo rappresenta un delicato atto di bilanciamento. L’Europa ha bisogno di una leadership forte per affermare una maggiore autosufficienza di fronte all’approccio sempre più negoziale e “America First” degli Stati Uniti. Allo stesso tempo, Merz dovrà gestire la potenziale ansia degli esportatori tedeschi quando si tratterà di incrociare le spade con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. L’anno scorso, infatti, gli Stati Uniti hanno superato la Cina come principale mercato di esportazione della Germania.

Merz ha le carte in regola per riformare l’economia?

Dal punto di vista dell’azionario, l’Europa è stata a lungo un mercato meno efficiente degli Stati Uniti a causa della sua frammentazione in più paesi, valute, lingue e culture. Questo crea maggiori discrepanze di prezzo tra aziende simili rispetto agli Stati Uniti, che non hanno queste divisioni interne.

Tali inefficienze creano opportunità da sfruttare. Sebbene queste dinamiche probabilmente persisteranno mentre l’Europa si adegua a un rapporto meno stretto con gli Stati Uniti, c’è anche spazio per l’emergere di strategie più lungimiranti.

Il successo di questa strategia dipende dalla capacità della Germania e dell’Europa di riformare l’economia. La forte retorica di Merz, di centro-destra, sulla deregolamentazione, la riduzione delle imposte sulle aziende e una maggiore efficienza potrebbe non essere gradita a tutti ma, se avrà successo, l’esito delle elezioni tedesche potrebbe, col senno di poi, rivelarsi la migliore risposta alla duplice sfida delle guerre commerciali dell’era Trump e della rinascita dell’estrema destra.

Ci vorrà coraggio e occorrerà abbandonare i vecchi dogmi. La posizione ferma della CDU nei confronti del “freno al debito”, che limita il deficit di bilancio del governo centrale tedesco allo 0,35% del PIL, rappresenta una sfida significativa. Non solo limita la capacità della Germania di investire nelle sue fatiscenti infrastrutture, ma complica anche i negoziati per la formazione della coalizione di governo.

Nel migliore degli scenari possibili, il programma pro-business di Merz potrebbe essere abbinato alla riforma del freno al debito per sbloccare la spesa per le infrastrutture, di cui si sente la necessità. Un simile mix di iniziative politiche potrebbe dare una spinta alle prospettive economiche della Germania e dare impulso ai ciclici europei, in particolare nei settori industriale e tecnologico.

Opportunità in Europa

Gli asset europei sono incredibilmente sottovalutati rispetto a quelli statunitensi e per una buona ragione. Tuttavia, esiste il potenziale per una sovraperformance a lungo termine se solo la sua più grande economia riuscirà a sbloccare una crescita reale.

Nel breve termine, gli investitori stanno già notando movimenti in settori specifici. Ad esempio, la difesa ha risposto con forza alla spinta dell’Europa verso una maggiore autosufficienza, creando potenziali opportunità in investimenti tematici. Gli investitori, in particolare quelli con un approccio più direzionale, come gli hedge fund, potrebbero cercare di capitalizzare su queste tendenze prima di impegnarsi in investimenti di dimensioni maggiori nei mercati europei.