Raiffeisen Capital Management Transizione energetica: idrogeno, fonte energetica del futuro?
La transizione energetica rappresenta una delle sfide più grandi del nostro tempo e richiede approcci innovativi per la sua attuazione. L’idrogeno potrebbe svolgere un ruolo centrale in questo contesto. Questo vettore energetico versatile offre la possibilità di plasmare un futuro sostenibile e a basse emissioni di carbonio.
I diversi tipi di produzione dell’idrogeno
L’idrogeno è un gas versatile che può essere prodotto in vari modi, ciascuno con un impatto climatico distinto. Quello verde, da elettrolisi con fonti rinnovabili, non produce emissioni nocive ed è quindi neutro per il clima. Quello grigio, oggi il più diffuso, deriva da gas fossili senza cattura della CO₂, risultando altamente inquinante. L’idrogeno blu, riduce le emissioni fino al 98% grazie alla cattura del carbonio, il rosa è prodotto con energia elettrica di origine nucleare e, infine, l’idrogeno bianco, proveniente da giacimenti naturali, non richiede un processo di estrazione ad alta intensità energetica ed è quindi promettente per la transizione energetica.
Le prospettive future sulla produzione dell’idrogeno
Entro il 2050, la capacità installata per la produzione di idrogeno da tutte le fonti potrebbe aumentare fino a 3.000-5.000 gigawatt. Quasi l’80% dell’energia necessaria a tal fine dovrebbe provenire dall’energia solare. L’energia rinnovabile utilizzata per la produzione di idrogeno rappresenterà quindi tra il 10% e il 15% della produzione globale di elettricità.
Infrastrutture necessarie per l’idrogeno
Per raggiungere gli obiettivi climatici entro il 2050, sarà fondamentale sviluppare infrastrutture su larga scala per la produzione, lo stoccaggio e il trasporto di idrogeno e ammoniaca. L’idrogeno potrà sostituire i combustibili fossili in settori ad alta intensità di CO₂ come acciaio e cemento, nei trasporti pesanti su strada, rotaia, mare e, in futuro, anche in quello aereo. Può inoltre fungere da serbatoio stagionale per l’energia rinnovabile in eccesso. Un ulteriore vantaggio è la possibilità di riutilizzare buona parte dell’infrastruttura esistente del gas naturale, con adeguamenti limitati.
Una rete europea per l’idrogeno potrebbe essere costituita per due terzi dalle condutture esistenti. Il trasporto tramite condutture è economico, mentre quello via nave è possibile ma più costoso. In concreto, l’idrogeno potrebbe essere miscelato al gas naturale, il cosiddetto “blending”, cioè la miscelazione dell’idrogeno con il gas naturale fino al 15%, con modifiche minime alla rete.
Il quadro normativo
In ambito normativo, la compatibilità ambientale rappresenta un tema centrale. La produzione di idrogeno richiede un elevato consumo di energia e risorse, inoltre sussistono alcune preoccupazioni relative alla sicurezza d’uso. In linea di massima, però, la tecnologia è oggi collaudata e sicura.
Occorre inoltre tenere conto dell’importanza geopolitica: l’Europa deve fare attenzione a non cadere nuovamente in situazioni di dipendenza. Gli Stati africani, dal canto loro, dispongono di grandi quantità di energia solare, che nel migliore dei casi offre opportunità per la forza lavoro locale e lo sviluppo economico. La stabilità politica e la sicurezza sociale devono quindi essere prese in considerazione in tutte le decisioni.
L’idrogeno come accumulatore di energia
Qui il rendimento è solo del 30-40% circa mentre le batterie restituiscono tra il 70 e il 90% dell’energia durante il processo di scaricamento. Perché questo valore è così basso nel caso dell’idrogeno? La ragione risiede nei processi di conversione. Innanzitutto l’elettricità viene convertita in idrogeno tramite elettrolisi. Quindi l’idrogeno viene immagazzinato ad alta pressione. Infine, l’idrogeno viene nuovamente convertito in elettricità in una cella a combustibile. Soprattutto durante l’elettrolisi e la riconversione in elettricità si disperde molta energia.
Eppure l’idrogeno può comunque svolgere un ruolo importante come accumulatore di energia in futuro. A differenza degli accumulatori a batteria, l’idrogeno è ideale per lo stoccaggio a medio e lungo termine di grandi quantità di energia. Ciò è particolarmente importante per colmare i periodi senza sole o vento. Ad esempio, gli impianti eolici offshore hanno la capacità di produrre autonomamente idrogeno direttamente in alto mare. Questo idrogeno viene poi raccolto regolarmente da navi cisterna e trasportato altrove. Si tratta di una soluzione “scalabile” con un grande potenziale.
Conclusione: l’idrogeno verde è un’opportunità
Nel complesso, consideriamo il tema dell’idrogeno verde un’opportunità. Esso contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, sostiene la transizione energetica e riduce la dipendenza dai combustibili fossili. Per questo motivo continuiamo con grande attenzione gli sviluppi relativi all’idrogeno.