Atene: per Berlino ci vuole un prestito-ponte

di redazione -

Un programma da oltre 80 miliardi di euro per tre anni ha bisogno di basi veramente solide, scrive la Sueddeutsche Zeitung, smentendo Tsipras sui tempi dell’accordo

I tedeschi non credono alla possibilità di una conclusione positiva dei negoziati entro agosto, contrariamente a ciò che hanno annunciato il premier greco Tsipras e il presidente della Commissione europea Juncker, Anzi, secondo Berlino occorre un prestito-ponte per permettere ad Atene di concludere la trattativa senza patemi.
E’ ciò che si legge tra le righe di un articolo del quotidiano Sueddeutsche Zeitung, secondo il quale l’idea del prestito vedrebbe favorevole il ministero delle Finanze tedesco.

“Un programma che debba durare tre anni e valere oltre 80 miliardi di euro ha bisogno da basi veramente solide” scrive il quotidiano, citando, appunto, fonti del ministero delle Finanze tedesco. “Un ulteriore prestito ponte è meglio di un programma completato a metà”.
Il 20 agosto, come è noto, la Grecia deve rimborsare 3,5 miliardi di euro alla Bce.

Intanto a Bruxelles la portavoce della Commissione europea, Mina Andreeva ha detto ai giornalisti che “Il lavoro prosegue intensamente in tutte le direzioni”, aggiungendo che i funzionari sono impegnati nella stesura di un memorandum d’intesa con le linee guida sulle condizioni che la Grecia deve rispettare in cambio del programma di aiuti.
“Possibile che l’accordo venga concluso entro il 20 Agosto”, ha ribadito la Andreeva, forse alludendo un po’ polemicamente alle indiscrezioni della stampa tedesca, cui si sono aggiunte anche quelle relative a un rapporto diffuso da un altro quotidiano, la Bild, che, citando funzionari governativi tedeschi non meglio identificati, ha sottolineato il rischio che proprio dalla Germania arrivino dei pregiudizi sull’accordo.

In ogni caso, sempre secondo quanto riferito dalla portavoce, i progressi per giungere in tempo all’accordo sono stati fatti in settori quali la riforma fiscale e della pubblica amministrazione, mentre si lavora alacremente sul tema della durata delle riforme.