Pechino, terza svalutazione. Yuan a -4,65%

di redazione -

Tanto ha perso la moneta cinese nelle tre operazioni consecutive attuate dalla People’s Bank of China tra martedì 11 e giovedì 13 agosto. Nuova parità contro il dollaro a 6,4010

La Cina ha messo a segno un’altra operazione sulla sua valuta, lo yuan, con la terza svalutazione consecutiva tra martedì e oggi, portando la parità con il dollaro a quota 6,4010. Ieri, il Renminbi, altro nome della valuta di Pechino, aveva chiuso a quota 6,3870 contro il biglietto verde, con una risalita nel finale che, secondo gli analisti, sarebbe un segnale che la Cina non intende andare incontro a una massiccia svalutazione della propria moneta.

Con quest’ultima manovra, comunque meno pesante delle due precedenti, il Dragone ha ridotto il valore della propria moneta del 4,65% complessivo, portandolo ai minimi dal luglio 2011.
L’obiettivo dichiarato è ridare ossigeno all’export cinese in forte sofferenza.

I mercati asiatici questa volta sembrano aver risposto meglio alla notizia, reagendo con limitati guadagni anche se permane cautela tra gli operatori sulla possibilità che lo yuan possa svalutarsi ulteriormente.
La mossa di rendere lo yuan più in linea con le quotazioni di mercato è stata giudicata positivamente dal Fondo Monetario Internazionale secondo cui la manovra di Pechino va nella direzione di una liberalizzazione del tasso di cambio nei prossimi anni.